La Cina limiterà l’uso del carbone attorno a Pechino per contrastare l’inquinamento atmosferico. La no-coal-zone, come e’ gia’ stata ribattezzata, sara’ attiva a partire dal novembre 2017, secondo quanto riporta l’agenzia Xinhua. Sia abitazioni che fabbriche in diciotto distretti e citta’ dello Hebei, la provincia che confina con la capitale cinese, non potranno piu’ bruciare carbone o costruire nuove centrali per la combustione di petcoke, un derivato sporco del petrolio che emette agenti inquinanti piu’ nocivi di quelli del carbone, e con un contenuto di zolfo molto piu’ elevato. Le restrizioni mirano a sostituire il carbone con l’elettricita’ o il gas naturale come fonte di calore nelle aree non urbane. Lo Hebei, che confina con Pechino e Tianjin, e’ una delle aree a maggiore concentrazione di inquinamento atmosferico della Cina, per la forte presenza di acciaierie. Secondo l’ultimo rapporto mensile del Ministero per la Protezione Ambientale, cinque delle dieci citta’ piu’ inquinate in Cina si trovano in questa provincia. In totale, l’iniziativa riguardera’ un’area di oltre settemila chilometri quadrati, e i cittadini coinvolti nell’iniziativa avranno diritto ad agevolazioni per l’ammodernamento dei loro impianti e per il pagamento delle bollette di luce e gas.
Cina: dal 2017 una no-coal-zone attorno a Pechino contro lo smog
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