“A me è dispiaciuto vedere prima dell’ultimo G20 Obama e il premier cinese siglare solennemente l’accordo di Parigi. Sono due paesi che in passato non hanno brillato per essere in prima fila nella lotta ai cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni, e che invece adesso si candidano a guidare il mondo proprio perché si fanno carico del futuro del pianeta. L’Europa è invece in ritardo, l’Italia è in ritardo,” ha dichiarato il presidente della commissione ambiente della Camera, Ermete Realacci, a margine della presentazione del rapporto Anbi, in riferimento alla ratifica conclusiva dell’Accordo raggiunto alla COP21 di Parigi. “Bisogna assolutamente fare un passo prima di Marrakech, dove a novembre si terrà la COP22, per dare credibilità alle posizioni che noi portiamo nelle sedi internazionali. E’ una scommessa che riguarda l’ambiente ma anche l’economia, perché chi arriva prima in questo terreno diventa anche più competitivo. Non c’è motivo perchè questo ritardo si prolunghi, ho presentato in tal senso anche un’interrogazione parlamentare ritenendo insufficiente la risposta del ministero dell’ambiente e mi auguro che questo ritardo venga colmato nell’interesse dell’Italia e del mondo. Ricordiamoci che è stato superato recentemente all’Onu il numero di paesi, 55, necessari per la validità dell’accordo di Parigi, ma nonostante Usa e Cina da soli rappresentino il 38% delle emissioni globali è necessario raggiungere il 55%. E su questo l’Europa, e anche l’Italia, sono determinanti“.