Dopo l’assaggio nello spazio di Samantha Cristoforetti, l’alga spirulina ,alla base di molti cibi del futuro, e’ pronta per essere prodotta sulla Terra e farne un elemento importante per la nutrizione in Congo. In questa regione la dieta è infatti basata sulla manioca, che e’ molto povera di proteine, cosi’ la spirulina, che invece ne e’ ricchissima, potrebbe integrare la dieta locale e fornire anche vitamina A e ferro. La produzione pilota e’ prevista nella citta’ di Bikoro, dove il centro di ricerca belga SCK-Cen, in collaborazione con imprenditori locali, prevede di produrre la spirulina in vasche di acqua ricche di bicarbonato di potassio. La raccolta, assicurano gli esperti, e’ facile e ogni vasca puo’ produrre spirulina per una famiglia di sei persone. Dopo la produzione, la spirulina verra’ essiccata e ridotta in polvere: 10 grammi al giorno, aggiunti al cibo, sono sufficienti a garantire la giusta porzione di proteine che serve all’organismo.
Questi organismi che somigliano a minuscole alghe ma in realta’ sono batteri chiamati Arthrospira, vengono usati da secoli come cibo in Sud America e in Africa. Per produrli, il centro di ricerca SCK-Cen applichera’ in Congo le conoscenze acquisite sulla produzione di questo microrganismo nell’ambito del progetto Melissa (Micro-Ecological Life Support System Alternative) dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Melissa, infatti, sta realizzando un ecosistema chiuso per testare la produzione di cibo e il riciclo di rifiuti organici, come preparazione alle future missioni spaziali, dove gli astronauti dovranno produrre da soli il cibo. La spirulina prodotta da Melissa per esempio e’ stata mangiata nello spazio, oltre che dalla Cristoforetti anche da un altro astronauta europeo, Andreas Mogensen. Quando il centro di ricerca belga ha iniziato a lavorare al progetto Melissa oltre 25 anni fa, si e’ ispirato proprio agli ecosistemi intorno al lago Ciad a 1.500 chilometri da Bikoro. Cosi’, rileva il centro ”e’ giusto che il nostro lavoro adesso serva anche ad aiutare la popolazione locale”.