La Cina si mette a caccia di vita extraterrestre. Entra in funzione il più grande radiotelescopio al mondo. Largo 500 metri, si chiama FAST (Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope) e si trova nella remota contea di Pingtang, nella provincia sud-occidentale cinese di Guizhou: ne dà notizia l’agenzia cinese Xinhua News.
Il radiotelescopio, ulteriore testimonianza delle crescenti ambizioni spaziali del gigante asiatico, è annidato in un bacino naturale, nel cuore di una lussureggiante vegetazione.
Per la sua realizzazione – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – sono stati necessari cinque anni, e una spesa equivalente a circa 180 milioni di dollari. Il risultato è un radiotelescopio da record, che supera in dimensioni l’Osservatorio di Arecibo, nel Porto Rico, di 300 metri di diametro.
“L’obiettivo finale di FAST è scoprire le leggi dell’evoluzione dell’Universo”, è stata la prima ambiziosa dichiarazione rilasciata alla tv di stato cinese da Qian Lei, della Chinese Academy of Sciences (CAS). “In teoria – continua Lei -, se esistesse una civiltà evoluta nello spazio profondo, dovrebbe essere in grado d’inviare segnali radio simili a quelli delle pulsar”.
L’installazione della struttura del telescopio, formata da 4450 pannelli, e denominata “Tianyan” – letteralmente “Occhio del cielo” – è iniziata nel 2011 ed è stata completata nel mese di luglio del 2016. Per potere garantire prestazioni ottimali, il nuovo telescopio ha bisogno di un silenzio radio nel raggio di 5 chilometri. Una condizione che ha spinto le autorità cinesi ad allontanare gli 8.000 abitanti di otto villaggi limitrofi all’infrastruttura scientifica, trovando loro una nuova casa.
L’agenzia cinese Xinhua News fa, inoltre, sapere che nelle vicinanze del radiotelescopio è stata realizzata un’infrastruttura per turisti, una sorta di pedana che permetterà l’osservazione dall’alto, nella sua interezza, del disco di FAST. Una struttura simile a quella che attrae ogni anno all’Osservatorio di Arecibo circa 90 mila visitatori.
Gli astronomi cinesi sottolineano che, durante i primi test effettuati dal nuovo radiotelescopio, l’Occhio del Cielo ha già captato segnali radio provenienti da una pulsar a una distanza di più di mille anni luce dalla Terra.