“L’eutanasia sui minori è maschera di un atto di volontà libero. La soppressione di una vita fragile non è mai accettabile”. Queste le parole di Alberto Gambino, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita. “Il caso belga finisce coll’attuare un principio particolarmente nefasto perché estende l’eutanasia, già di per sé inaccettabile, ad una vicenda di estreme fragilità in cui si misura la dignità di un soggetto con il metro di giudizio di chi non incarna direttamente quella dignità. Non si tratta di un caso di accanimento terapeutico, quindi di una situazione in cui già c’è una valutazione medica oggettiva circa l’inutilità della prosecuzione di una terapia, ma siamo davanti a veri propri atti di volontà eutanasici, che interrompono una vita umana che proseguirebbe naturalmente il suo corso”. E quindi “si realizza, inoltre, – prosegue Gambino – una vera e propria finzione: il diritto all’eutanasia del bambino, altro non significa che attribuire ad un adulto il potere di vita e di morte su un minorenne. E’ solo la ‘maschera’ di una vera decisione, personale, libera e consapevole – come intendono i fautori dell’eutanasia – in quanto non è in alcun modo concepibile in capo ad un soggetto che, per il diritto e per il livello di maturità, è incapace di autodeterminarsi nel compimento di scelte a contenuto legale ed esistenziale così estreme”. Allora “si tratta di una finzione giuridica che contrasta con i principi che presidiano le normative europee a tutela del minore, che mirano piuttosto alla protezione della sua vita e integrità fisica e mai alla sua eliminazione. L’Europa – e i Paesi che come il Belgio l’hanno fondata – dovrebbero piuttosto investire risorse e proporre normative sull’accudimento e la cura delle persone più fragili come sono i bambini gravemente malati e non introdurre l’idea che ad un certo punto debbano essere soppressi”