“Sinceramente non si comprende perché non dovrebbe essere applicata l’eutanasia su un minore. Ferme restando le opinioni di coloro che vi si oppongono comunque anche nel caso dell’adulto, non si comprende perché le stesse motivazioni che permettono e giustificano moralmente l’eutanasia nell’adulto, non possano o meglio non debbano essere applicate – personalmente direi a maggior ragione – nel minore“: lo afferma, in riferimento al primo caso al mondo di eutanasia su minore in Belgio, Mario Riccio, medico anestesista di Cremona che aiutò Piergiorgio Welby a morire. Riccio si chiede: “Forse che il minore abbia un dovere a soffrire più dell’adulto? In verità dovrebbe essere il contrario. Perché forse l’adulto, proprio per il suo vissuto, potrebbe trovare motivazioni al dolore stesso che il minore sicuramente non è riuscito a elaborare per un indiscutibile minore percorso culturale-filosofico-esistenziale. Pertanto ritengo inutili, fuorvianti e strumentali le polemiche al riguardo“, conclude.