Eutanasia, vedova Coscioni: “Dal Belgio arriva un esempio di civiltà, una traccia da seguire”

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Dal Belgio arriva “un esempio di civilta’. Una traccia da seguire. Una legge che tutela e riconosce la soggettivita’ dei minori“. Lo Stato “ha rispettato la volonta’ di un suo cittadino“. Lo dice a Qn Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente dell’Istituto Luca Coscioni intitolato al marito morto nel 2006 per Sla. “Di fronte allo strazio di una malattia incurabile, quando la fine della vita e’ vicina e il dolore troppo forte, un Paese europeo ha ritenuto che la volonta’ del minore non contasse meno del parere dei genitori. E’ una conquista“. “A due anni dell’approvazione della legge, questo e’ il primo caso. La prova di un assetto sociosanitario e normativo molto serio e strutturato. Esiste un preciso protocollo che prevede l’opzione eutanasica solo in particolari condizioni. Non esiste un rischio di deriva“. La sedazione profonda, aggiunge, e’ “l’alibi di chi ha paura di riaprire il dibattito sui casi di fine vita piu’ strazianti. Pur sapendo tra l’altro che lo Stato – questo Stato – non ha la forza e i mezzi per sostenere i malati terminali, specie per malattie rare e patologie incurabili tali da creare una condizione di evidente indegnita’ esistenziale, aumentando prostrazione e frustrazione. Un dramma nel dramma“.

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