Eutanasia, Veronesi: “In Italia i genitori sono completamente soli nella loro disperazione”

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L’idea di effettuare l’Eutanasia su un minore provoca un rifiuto immediato, anzi un senso di ribellione e poi di condanna per chiunque abbia osato anticipare la morte di un bambino. Anche se a chiederlo sono genitori desiderosi di porre fine all’agonia di un figlio, inutilmente prolungata da terapie dolorose e invasive. E’ una reazione piu’ che comprensibile in un Paese in cui non c’e’ un quadro legale per le questioni di fine vita e l’Eutanasia, anche se richiesta o addirittura implorata da un malato terminale cosciente e adulto, e’ un crimine“: queste le parole dell’oncologo ed ex ministro della Salute Umberto Veronesi, affidate alle pagine di Repubblica . “Nei Paesi che hanno sviluppato una cultura civile e giuridica sui temi del rifiuto dell’eccesso di cure (il cosiddetto accanimento terapeutico) e del rispetto della volonta’ di dire basta a una vita resa insopportabile da una malattia incurabile, l’atto di porre fine anticipatamente alla vita di un bambino straziata dal dolore, e’ invece oggetto di dibattito approfondito e di riflessione politica“. “Anche in queste situazioni drammatiche una buona legge e’ di grande aiuto, perche’ sia i genitori che i medici sanno che la societa’ e le istituzioni tutelano le loro decisioni e, ove possibile, le sostengono, creando commissioni di esperti ad hoc e fornendo ogni tipo di assistenza e di consulenza. In Italia i genitori che si trovano in una situazione analoga sono completamente soli nella loro disperazione“. “La liberta’ di cura (e dunque anche di rifiutare la cura) e’ un diritto sancito dalla nostra Costituzione. E se c’e’ un diritto una legge dovrebbe tutelarlo“.

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