Estendere l’eutanasia ai bambini “e’ comunque difficile. Penso che non si possa parlare di eutanasia per ragazzi con meno di 13 o forse 15 anni, a seconda della loro maturita’. Devono comunque essere persone in grado di decidere, e a quell’eta’ in genere lo sono“. Lo dice a Repubblica Mina Welby, vedova di Piergiorgio, presidente dell’associazione Coscioni. “Il medico deve essere particolarmente preparato, per spiegare al ragazzo quello che sta accadendo e non creargli disagi o malesseri“, spiega. “Sono convinta che questi episodi avvengano anche in Italia, ma nel silenzio. Bambini che soffrono di malattie terribili vengono sedati e lasciati andare via senza soffrire. Ovviamente non sono mai decisioni prese nel giro di mezz’ora o senza valutare le alternative, ma meditate con coscienza“.
“Ripensando a mia madre, credo che i genitori debbano essere cosi’ bravi da vivere la decisione insieme al loro ragazzo o ragazza. E da trasmettergli in ogni caso serenità“. Mina Welby, intervistata anche dal Corriere della Sera, racconta di quando all’età di 10 prese un’infezione alle ghiandole linfatiche. “Stavo per andarmene“, dice. “Mamma accese un lumino accanto al letto e accarezzandomi, senza piangere, mi disse non aver paura, andrai dagli angeli. Non smetteva mai di parlarmi. Mi immaginavo felice in paradiso. Superai la notte e le successive“. Comunque e’ per “sgombrare il campo” da interrogativi che l’associazione Coscioni auspica “l’arrivo di una legge sulle dichiarazioni di volonta’ e il fine vita. E’ appena stata incardinata in Parlamento“.
Filomena Gallo, segretario dell’associazione, ha dichiarato al Messaggero che da gennaio ben 91 persone hanno chiesto a Sos eutanasia-Associazione Coscioni di contattare cliniche svizzere per morire. “Persone alle quali, qui, e’ negata la liberta’ di scelta“, afferma Gallo. “Da noi non esiste neppure la legge per gli adulti, e’ ferma da tre anni in commissione alla Camera. E nel testo non e’ prevista la possibilita’ di applicare l’eutanasia ai minori“.