“Non siamo davanti a scienza o antiscienza, non e’ un problema di medicina ma di diritti costituzionali previsti dall’articolo 32, ovvero che nessuno puo’ essere sottoposto ad un trattamento sanitario contro la sua volonta’ se e’ capace di intendere e di volere“. E’ quanto ha risposto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin dal’avvocato Roberto Mastallia, legale che ha seguito da vicino la vicenda di Eleonora, la 18enne padovana morta dopo aver rifiutato la chemioterapia. “Il fatto e’ semplice, al di la’ di qualsiasi giudizio o parere: nessuno puo’ imporre qualcosa ad una persona libera” ha infine aggiunto.
La storia di Eleonora Bottaro, la 18enne padovana morta di leucemia dopo aver rifiutato coscientemente la chemioterapia, riapre il nervo scoperto della contrapposizione tra scienza ufficiale e medicina alternativa. I medici, che hanno tentato in ogni modo di convincerla della necessita’ della chemio – rivolgendosi, inutilmente, anche ai giudici – ribadiscono che si poteva salvare. I genitori, e i loro legali, respingono queste certezze, spiegando che e’ stata sempre Eleonora a dire no al trattamento chemioterapico, dopo aver visto morire un’amica come lei malata che vi si era sottoposta.
“I genitori – ha detto l’avvocato Gian Mario Balduin – hanno rispettato in ogni modo e forma la volonta’ di Eleonora. Volonta’ espressa ripetutamente davanti a me e al collega Roberto Mastalia, uno dei piu’ grossi esperti di diritto sanitario d’Italia”. Eleonora nel marzo scorso, un mese dopo la diagnosi di leucemia linfoblastica acuta, aveva inviato al Tribunale una lettera a sua firma in cui sosteneva che sulla base delle sue conoscenze “sono piu’ i morti dopo la chemioterapia rispetto a quanti al giorno d’oggi sono ancora in vita“.
A sostegno della liberta’ di cura erano state raccolte 200 firme tra parenti e amici del suo paese, Bagnoli (Padova). Ma tutto e’ stato inutile. La sentenza del Tribunale dei minori (all’epoca Eleonora aveva 17 anni) che aveva tolto la patria potesta’ ai genitori; la nomina di un medico come tutore legale; le cure a base di cortisone a cui la giovane si e’ sottoposta all’ospedale di Bellinzona. Che tuttavia ha negato d’aver seguito protocolli ‘alternativi’. Durante il ricovero in Svizzera – ha chiarito una nota dell’Eoc di Bellinzona – Eleonora e’ stata sottoposta solo ad una cura con corticosteroidi che “ha consentito un transitorio miglioramento, prima che la malattia non riprendesse il suo ineluttabile decorso fatale”.
“In nessun momento – ha proseguito – la struttura ha proposto o seguito alcuna pratica alternativa senza legami scientificamente fondati nella cura di queste patologie. Purtroppo, malgrado tutti i nostri sforzi, sia la paziente che i genitori hanno continuato a rifiutare qualsiasi terapia chemioterapica; questo tipo di cura oggi e’ in grado di offrire una possibilita’ di guarigione definitiva a lungo termine nella misura del’80-85% dei casi”. I corticosteroidi, invece, hanno consentito solo “un transitorio miglioramento”, prima del decorso fatale. Per il ministro Beatrice Lorenzin, che ieri aveva definito quello di Eleonora un caso di ‘anti-scienza’, come per Stamina e vaccini, “e’ un problema di cultura del Paese. Dobbiamo lavorare di piu’ tutti” e “investire sull’aspetto culturale, perche’ la famiglia era convinta che fosse la scelta migliore“.