Le forze di marea esercitate dalla Luna piena e dalla Luna nuova possono incidere sullo scatenarsi dei grandi terremoti, come quello che nel 2004 ha colpito l’Indonesia causando un enorme tsunami, oppure quello che ha scosso il Giappone nel 2011 danneggiando la centrale nucleare di Fukushima. E’ quanto dimostra l’analisi statistica pubblicata su Nature Geoscience dai ricercatori dell’Universita’ di Tokyo. ”Questo studio conferma quanto e’ gia’ stato dimostrato negli ultimi decenni da ricerche italiane e internazionali, e cioe’ che esiste un effetto astronomico che condiziona la tettonica delle placche e i terremoti”, commenta Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
‘‘I meccanismi di questo fenomeno sono ancora da chiarire – precisa l’esperto – ma tutto e’ causato da un’alterazione della gravita’ terrestre dovuta alla presenza della Luna. L’effetto mareale, che causa la variazione del livello del mare che tutti conosciamo, si manifesta anche sulla terra solida: infatti il suolo si innalza e si abbassa di 30-40 centimetri due volte al giorno, anche se noi non ce ne accorgiamo perché la lunghezza d’onda di questa oscillazione e’ di 5.000-6.000 chilometri”.
Se questo si verifica in un’area critica, ”dove si e’ accumulata tanta energia e il gradiente di pressione e’ vicino al punto di rottura – prosegue Doglioni – allora l’effetto astronomico può rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso, scatenando il terremoto”. I ricercatori giapponesi lo hanno confermato ricostruendo l’ampiezza delle forze di marea nelle due settimane antecedenti gli eventi sismici avvenuti nel mondo negli ultimi 20 anni con magnitudo pari o superiore a 5.5. Dai dati e’ cosi’ emersa una forte correlazione statistica tra forze di marea e grandi sismi. ”E’ ancora troppo presto per pensare di sfruttare l’effetto mareale per prevedere i terremoti – sottolinea Doglioni – ma di certo nuove ricerche in questo ambito ci aiuteranno a capire meglio quali sono le reali forze che muovono le placche terrestri”.