Identificati i “terremoti fantasma” che seguono un grande sisma: sembravano indipendenti, ma sono repliche

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Identificati i ‘terremoti fantasma’, che avvengono numerosissimi nei primi istanti che seguono un grande sisma. Finora si pensava fossero indipendenti perche’ avvengono su faglie diverse ma invece sono repliche della scossa principale. La scoperta, pubblicata su Science, si deve a due geofisici, Wenyuan Fan e Peter Shearer, che lavorano presso l’Istituto di Oceanografia Scripps dell’universita’ della California a San Diego. Il risultato ha importanti implicazioni perche’, secondo Fan, puo’ aiutare a prevedere quali faglie potrebbero attivarsi dopo il terremoto principale. ”E’ fondamentale sapere come e’ la geometria di una faglia, quali sono le faglie vicine e quali potrebbero attivarsi” ha spiegato Daniela Pantosti che dirige la Struttura Terremoti, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). ”Sappiamo – ha aggiunto – che la cosiddetta ‘migrazione della sismicita”, in una zona diversa da quella dove e’ avvenuta la scossa principale, e’ un fenomeno possibile”.

Le faglie terrestri
Le faglie terrestri

Per questo, ha aggiunto, ”monitoriamo con tanta attenzione la sismicita’ e facciamo indagini sul campo per studiare le deformazioni e le faglie, come quelle in corso nell’area colpita dal terremoto del reatino del 24 agosto”. I ricercatori sono riusciti a collegare scosse apparentemente indipendenti alla scossa principale grazie a un algoritmo per rianalizzare i dati sui terremoti. Cosi’ sono state individuate 48 grandi scosse di assestamento, in precedenza non identificate come tali, avvenute tra il 2004 e il 2015 dopo scosse di magnitudo 7 e magnitudo 8, su faglie vicine a quella rotta dal terremoto principale. In un caso, un terremoto di magnitudo 7 avvenuto il 24 luglio 2005 sulla stessa faglia del terremoto di magnitudo 9 di Sumatra del 2004, ha avuto repliche a oltre 200 chilometri di distanza. I tempi e i luoghi dove sono avvenuti i terremoti coincidono con il passaggio delle onde sismiche, il che suggerisce che li abbia generate uno stress chiamato attivazione dinamica ”e’ come se la faglia che si rompe con la scossa principale – ha rilevato Pantosti – desse una ‘gomitata’ alle faglie vicine” .

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