Il particolare assetto spaziale del Sole condiziona la frequenza dei terremoti?

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Abbiamo già trattato l’argomento Sole in diversi altri scritti. L’attività solare, come risultanza dei nostri studi relativi alla variazioni delle  sue macchie, sembra  influenzare, con correlazione inversa, i movimenti tellurici. Nel senso che quando il numero delle macchie solari diminuisce, la quantità dei sismi  invece tenderebbe ad  aumentare. Nel caso inverso, ossia quando le macchie aumentano, i terremoti  tenderebbero a diminuire  di numero. Ultimamente abbiamo sottoposto ad una ricognizione analitica il numero dei terremoti che si sono verificati sulla nostra penisola a partire dagli anni 1500 sino all’ultimo terremoto che ha colpito Amatrice e gli altri comuni poi devastati. Degli innumerevoli terremoti che si sono susseguiti in questo intervallo di tempo di cinque secoli, abbiamo fatto un primo screening prendendo in considerazione solo quei sommovimenti tellurici con magnitudo uguale o maggiore di 5,6  (=, >) della scala Richter. In tale conteggio si sono  rilevati 114 casi di sismi superiori a 5,6 di magnitudo. Successivamente l’applicazione di una ulteriore scrematura  di dati raggruppati  per  singole stagioni ha dato le seguenti quantità: 38  terremoti si registrano nella stagione autunnale, 32  in primavera, 23  nel  periodo estivo ed infine 21 frequenze in inverno per un totale appunto di 114 casi. Come si può notare la maggior parte dei sommovimenti tellurici sono concentrati (70 casi) nelle stagioni intermedie (autunno-primavera) e corrispondenti al 61,95 %. I restanti 44, corrispondenti al 38,05%,  sono distribuiti in estate ed in inverno. La nostra indagine comunque non si è fermata qui. Si perché abbiamo eseguito una ulteriore selezione dei 83 casi dei terremoti verificatisi nei bimestri settembre/ottobre, marzo/aprile, giugno/luglio e dicembre/gennaio. Nel dettaglio però si contano 31 presenze nel bimensile autunnale, 24 casi nel bimensile primaverile, 16 in quello estivo e 12 in quello invernale. Si ottiene così un totale di 55 (corrispondenti in percentuale  al 66,26%) casi relativi ai bimensili autunno/primavera e 28 casi (corrispondenti al 33.74 %) ai bimensili estate /inverno. Penso che immaginiate il perché di questo ulteriore raggruppamento. Semplice il punto medio del gruppo dei 2 mesi corrisponde in sequenza a: Equinozio d’autunno, equinozio di primavera, solstizio d’estate e solstizio invernale. E qui torniamo al titolo del presente articolo. Quando la nostra stella si trova in quel particolare assetto astronomico e cioè allo ZENIT, significa, come si  può verificare dalla figura qui sotto riportata, che i suoi raggi sono perpendicolari alla linea dell’equatore. Dunque  è questa particolare posizione astronomica del sole che fa si che la maggior parte dei sismi (il 66,23% nei due bimestri settembre/ottobre e marzo/aprile) si verifichi proprio in corrispondenza degli equinozi?

Col. Paolo Ernani meteorologo

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