Il 30 ottobre prossimo la Turchia non tornerà all’ora solare ma adotterà l’ora legale in maniera permanente con tre ore in più rispetto al meridiano di Greenwich. A stabilirlo un decreto legge risalente al 7 settembre che evidenzia la mossa arguta percepita dai mass media di Recep Tayyip Erdogan di allontanare la Turchia dall’Unione europea e dall’Occidente e, soprattutto, di avvicinarla al Medio Oriente islamico.
In realtà, almeno sulla carta, il governo turco ha motivato il cambio di fuso con un calcolo economico sui vantaggiosi risparmi di energia elettrica. L’adozione dell’ora legale sposta, infatti, il tramonto e, di conseguenza, l’accensione delle luci di un’ora; ma per molti è abbastanza palese che tutto questo non sia altro se non un’ennesima prova dello spostamento della Turchia di Erdogan verso l’Oriente sunnita.
Ankara non cambierà orario dunque e in questo modo si conformerà ai Paesi arabi come l’Iraq e l’Arabia Saudita, che scandiscono il loro fuso orario su quello della Mecca.
Finora la Turchia aveva lo stesso fuso orario + 2 di Grecia, Romania, Bulgaria ma anche di Libano e Siria, che invece continueranno a seguire il fuso dei Paesi europei centrorientali, pur essendo geograficamente posizionati più a est della Turchia.