Oltre 1 milione di persone in Italia soffre di scompenso cardiaco (prevalenza 1,7%) e 1 paziente su 10 non sopravvive al primo ricovero ospedaliero, come dimostrano i dati dello studio Arno, ricordati oggi a Roma. Nonostante lo scompenso cardiaco provochi un numero di decessi 2-3 volte superiore rispetto ai tumori più diffusi, come quello all’intestino e al seno, se ne parla ancora molto poco. La campagna globale ‘Keep it pumping – Ascolta il tuo battito’, promossa da Aisc (Associazione italiana scompensati cardiaci) e sostenuta da Novartis, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su tale problema, fornendo strumenti e risorse per consentire alle persone che convivono con lo scompenso cardiaco di gestire la propria patologia.
Circa 1 persona su 3 confonde i sintomi di questa patologia con i normali segni dell’invecchiamento. Lo scompenso cardiaco è dovuto ad un’alterazione della struttura e della funzione cardiaca che porta a un’insufficiente funzione di pompa del cuore. Gli organi e i tessuti ricevono quantità insufficienti di ossigeno per le loro esigenze metaboliche e ciò causa un accumulo di liquidi nei polmoni e nei tessuti.
Questa patologia cardiovascolare, a livello mondiale, è la prima causa di ospedalizzazione nelle persone sopra i 65 anni. Basti pensare che oggi metà dei pazienti muore entro 5 anni dalla diagnosi. Secondo i risultati del National Health and Nutrition Examination Survey, i principali fattori di rischio per lo scompenso cardiaco sono rappresentati da fumo di sigaretta (16%), ipertensione arteriosa (10%), obesità (8%), sedentarietà (9%) e diabete mellito (3%). (AdnKronos)
Medicina, scompenso cardiaco: 1 italiano su 10 non sopravvive al primo ricovero
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