Previsioni Meteo Inverno 2016/2017: s’interrompe il ciclo della “QBO” in stratosfera, ecco cosa significa in vista della stagione fredda

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Previsioni Meteo Inverno 2016/2017 – Tra i principali indici climatici troviamo pure la “QBO“, conosciuta come la “Quasi Biennial Oscillation“ o “Venti di Singapore”. Tale indice mette in evidenza l’oscillazione dei venti zonali equatoriali a livello stratosferico che variano alternativamente la loro direzione, spirando sia da Est (“Easterlies“) per provenire successivamente da Ovest (“Westerlies“), secondo un periodo che in media dura circa 28-29 mesi. Come detto tale variazione non è sempre regolare, tanto da poter variare dai 20 ai 36 mesi. Secondo recenti studi i venti che spirano a livello stratosferico sopra l’area equatoriale subiscono periodici mutamenti che si propagano gradualmente fino alla parte più bassa della stratosfera, raggiungendo i confini più elevati della troposfera, che tra la fascia tropicale e quella equatoriale può superare i 16 – 18 km di altezza. Questa alternanza nel regime dei venti inizia nella parte centrale della stratosfera per poi estendersi progressivamente, per circa 1 Km al mese, fino alla parte più elevata della tropopausa tropicale.

gfsqboweb1Ma la storia della “QBO” e del regime dei venti, in area equatoriale, inizia nel 1883, durante la tremenda eruzione del vulcano indonesiano Krakatoa (in indonesiano Krakatau). Proprio in quell’anno di fine Ottocento, in occasione di quella devastante eruzione, si scoprì che le polveri e le nubi di cenere disperse nell’alta atmosfera dalla violentissima eruzione girarono l’intero pianeta da est a ovest, in sole due settimane. Nel 1908 furono lanciati dei palloni sonda dall’Africa tropicale e si scoprì che i venti soffiavano da Ovest a Est all’altezza di circa 15 km, vicino la tropopausa.

July-AO-to-DJF-500mb-anomalyMa nuovi studi e osservazione sul regime dei venti in quota sopra la fascia equatoriale vennero intrapresi nel 1954, da Palmer, il quale utilizzando i dati di radiosondaggi ottenuti inizialmente per studiare il “fallout” dei frequenti test nucleari eseguiti dall’aviazione USA nelle isole Marshall, scoprì che esiste un’alternanza abbastanza regolare tra i venti orientali e occidentali nella stratosfera. In pratica, già allora, Palmer, capì che lungo la stratosfera e l’alta troposfera i venti cambiavano in direzione per un periodo, quasi regolare, di appena due anni, alternandosi fra un flusso occidentale ed uno orientale.

quasi-biennial-oscillationMa per arrivare all’identificazione dell’indice “QBO” bisogna risalire fino ai primi approfonditi studi di R. J. Reed e R. A. Ebdon. Reed fu il primo che descrisse la circolazione stratosferica sopra l’equatore, mettendo in evidenza l’alternanza di regimi di venti orientali e occidentali oltre i 30 km di altezza. La fase di “Easterliest” generalmente è più irregolare di quella “Westerlies”. Stando a queste condizioni la fase che vede la prevalenza dei venti orientali in quota sopra la zona equatoriale corrisponde ad una “QBO” positiva (QBO +). Quando invece sono i venti occidentali a prevalere sopra la fascia equatoriale del nostro pianeta allora la “QBO” sarà negativa (QBO –), con importanti ripercussioni sulla circolazione generale. In genere, in chiave teleconnettiva, possiamo notare l’importanza di questo indice sulle future stagioni climatiche, specie lungo l’area temperata.

hgt.ao.cdasSi è visto che la “QBO” negativa, se unita al minimo solare, può riuscire ad inibire il flusso perturbato zonale delle medie latitudini, rallentando e ondulando il ramo principale della “corrente a getto”, agevolando di conseguenza l’avvento degli scambi meridiani che vanno a disturbare il vortice polare, costringendolo a scivolare di latitudine, con importanti ondate di freddo dirette verso l’area temperata. Tale tipo di pattern climatico può deporre a favore anche di prolungati flussi anti-zonali (grazie a possenti “blocking“ in area nord Atlantica che fermano le correnti occidentali che escono dal nord degli USA e dal Canada), ideali per l’avvento di importanti episodi di “Buran” fino al cuore del vecchio continente.

Copia-di-wctan1-640x415-617x400Quando la “QBO” passa da negativa a positiva si ottiene un sensibile approfondimento del vortice polare in sede artica, con l’aria gelida polare confinata alle alte latitudini, che a sua volta determina un notevole rafforzamento del flusso zonale lungo le latitudini medio-alte. In questa fase il ramo principale della “Jet Stream” raggiunge le massime intensità, risultando molto ben stirato, con frequenti “Jet Streak” che dal Pacifico si muovono verso il nord-America, per poi attraversare l’Atlantico e arrivare in Europa. Inoltre usando la “QBO” alle quote più elevate (tra 10 e 20hPa) si possono ottenere significative informazioni sulle correlazioni climatiche contemporanee, mentre effettuando misurazioni ai livelli più bassi (70hPa) è possibile effettuare una previsione climatica a più lungo termine, spingendosi oltre i 4 o 5 mesi.

h-image (1)Quest’anno pero, a differenza delle precedenti annate, proprio a partire dal mese di Luglio, questo ciclo quasi “perfetto” pare che si sia bruscamente interrotto per motivi ancora non ben conosciuti (dal punto di vista scientifico). Difatti dal Giugno 2016 i venti in stratosfera, fra i 30 hpa e i 50 hpa (fra i 25 km e i 19 km), dopo oltre un anno di segno positivo (QBO+) invece di indebolirsi, virando dai quadranti occidentali con cambio di segno negativo della stessa “QBO”, si sono improvvisamente rinforzati, continuando a spirare con una certa intensità dai quadranti orientali.

cassini-2Nessun cambio di segno come invece si prevedeva da mesi. In parole povere la “QBO” invece di virare su un valore negativo, come ci si attendeva in base al suo ciclo biennale, continua a rimanere in territorio positivo, contribuendo a mettere il bastone fra le ruote alla ventura stagione invernale, unitamente ad altri fattori, come l’indebolimento della “Nina” sul Pacifico orientale. Una “QBO-” avrebbe di certo aiutato, e non poco, nel favorire una stagione molto più dinamica, verso condizioni standard. Anche se il futuro inverno 2016/2017 non dipenderà certo solo dal segno della “Quasi Biennial Oscillation“ va detto che la perdita di un elemento così importante potrebbe avere delle incidenze di non poco conto.

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