Anche se con qualche ritardo rispetto alla normale tabella di marcia la discesa dei primi affondi di aria fredda, di origine artica, sommandosi alla sensibile riduzione del soleggiamento diurno e all’allungamento della notte sul giorno, sta favorendo l’avvento delle prime gelate autunnale di stagione nella Repubblica di Jacuzia, nel profondo est siberiano. In queste ultime notti le prime vere gelate hanno interessato Ojmjakon, il piccolo villaggio della Repubblica della Jacuzia noto come uno dei principali poli del freddo per l’emisfero boreale, dove si raggiungono le temperature più basse, con punte anche sotto il muro dei -60°C. Lo scorso giovedì 15 Settembre 2016, grazie al cielo sereno e ad una ventilazione pressochè assente, Ojmjakon ha fatto registrare una minima di ben -9°C (finora la più bassa da inizio Settembre ad ora).
Ma nei prossimi giorni la colonnina di mercurio, nelle prime ore del mattino, in presenza di cieli sereni, bassa umidità e aria calma, potrebbe lambire i -10°C. Questo raffreddamento, entro fine Settembre, al passaggio del primo sistema frontale collegato al transito di una depressione artica facente capo al “lobo siberiano” del vortice polare, dovrebbe preparare il terreno adatto alla prima nevicata (bagnata) al suolo, pronta a lasciare i primi sottili accumuli sul terreno e a dipingere di bianco le meravigliose foreste di conifere che caratterizzano la Jacuzia.
Ad Ojmjakon, dopo le gelate notturne di questi giorni, già si sente odore di neve nell’aria. Del resto da queste parti per vedere la prima neve a quote molto basse, se non addirittura al piano, occorre solo il transito di un vasto nocciolo di aria gelida in quota, di natura artica, associata ad una profonda circolazione depressionaria in sede artica, direttamente collegata alla figura del vortice polare troposferico.
L’aria gelida in quota, con valori sotto i -35°C a 500 hpa, scivolando sul territorio siberiano, sovrapponendosi al di sopra di un’area dove stagnano presso il suolo masse d’aria molto fredde, d’estrazione continentale, con uno “zero termico” attestato a soli 300 metri, in presenza di precipitazioni può assicurare nevicate con tanto di accumulo fino al suolo. Anche nel caso in cui la linea dello “zero termico” si attesti a quote non particolarmente basse. In quest’ultimo caso solo in presenza di precipitazioni moderate o intense la quota neve può rapidamente spingersi fino al piano per il rapido rovesciamento dell’aria fredda in quota attraverso le stesse precipitazioni. Solitamente i primi depositi di neve fresca al suolo determinano un consistente effetto “Albedo” che contribuirà ad accentuare notevolmente il processo di raffreddamento “pellicolare”.
Ossia il notevole raffreddamento dello strato d’aria in prossimità del suolo innevato che nei prossimi due mesi coinvolgerà da vicino gran parte del territorio siberiano, dagli Urali fino alle coste dell’estremo oriente siberiano, dove nei bassi strati comincerà a prendere forma l’anticiclone termico “russo-siberiano” (frutto di questo raffreddamento), la macchina che mette in moto la fabbrica del grande gelo dell’emisfero boreale da cui dipenderanno le sorti della ventura stagione invernale.