Referendum, Giannini: la riforma costituzionale sarà una ”possibile rivoluzione copernicana”

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La riforma costituzionale sara’ una ”possibile rivoluzione copernicana” per la ricerca, che tornerà tra le competenze piene del governo: lo ha sottolineato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, incontrando la stampa italiana all’ambasciata di Washington, tappa conclusiva di un tour che l’ha portata anche a Boston e a New York, dove ha incontrato la comunita’ scientifica italiana. ”Abbiamo discusso delle riforme che stiamo attuando in Italia, soprattutto quelle legate alla mia competenza. All’ universita’ di New York abbiamo fatto una presentazione del percorso che ci portera’ il 4 dicembre a proporre il quesito sulla riforma costituzionale, un ‘turning point’ per l’Italia e forse non solo per dire a questo governo ‘vai avanti con determinazione nel processo riformista oppure no’”, ha spiegato il ministro, che oggi partecipa alla riunione Ministeriale sull’Artico organizzata dalla Casa Bianca.

Devo dire – ha aggiunto – che in entrambi i casi c’e’ un’aspettativa forte da parte di questo mondo di innovatori, di ricercatori, che anche in questi incontri hanno segnalato i miglioramenti possibili, parlo di misure di attrattivita’ dei talenti, ma che hanno un’ aspettativa forte che questo processo non si interrompa”. ”E’ un modo anche da parte mia per sensibilizzare, descrivendo gli aspetti della riforma costituzionale che sono piu’ legati al mondo della ricerca, quanto possa esser importante che questo processo sia confermato e consolidato nella fine della legislatura e successivamente da chi ci succederà”, ha proseguito.

Dico una cosa per tutte, che sembra un dettaglio e invece dal mio punto di vista e’ una possible rivoluzione copernicana, ossia che la competenza della ricerca – ha precisato – torna in piena misura tra le responsabilita’ di governo nazionale ed esplicitamente si ribadisce il valore strategico delle policy sulla ricerca per il paese. E questo, considerando le molte frammentazioni, le molte disomogeneita’ nella gestione dei fondi strutturali tra le diverse regioni, sara’ un volano di possible recupero di visione strategica, che poi e’ quello che serve”.

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