Una cifra a 15 zeri. È la mole di dati raccolti ogni giorno dalla NASA. Una messe d’informazioni che devono essere codificate, immagazzinate e distribuite agli scienziati di tutto il mondo. Grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che aiuta a leggere i dati, individuando analogie che possono sfuggire agli studiosi.
Gli algoritmi sviluppati dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) NASA a Pasadena possono essere, però, di grande aiuto anche nella ricerca sul cancro. In quest’ottica, il JPL e il National Cancer Institute (NCI), parte dei National Institutes of Health USA, hanno rinnovato un accordo di partnership, valido fino al 2021.
L’obiettivo – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è rafforzare e supportare l’Early Detection Research Network (EDRN), un consorzio di medici, genetisti e biologi impegnati in una certosina opera di raccolta di dati anonimi su biomarker tumorali, specifici per differenti tipi di cancro. Lo scopo, ambizioso, è trasformare queste preziose informazioni in applicazioni cliniche, come nuove metodiche di diagnosi precoce.
Ed è a questo punto che entra in campo la ricerca astrofisica, mettendo a disposizione gli algoritmi sviluppati e perfezionati in decenni di studio dell’Universo. “L’EDRN ha bisogno di un’expertise per raccogliere dati prodotti dai numerosi studi sul cancro, e creare un network comune di tutte queste informazioni, facilmente consultabile dagli scienziati – sottolinea Sudhir Srivastava, alla guida del consorzio EDRN –. E il JPL ha una grande esperienza in questo campo, avendo fatto un lavoro analogo con i dati della NASA”.
Ma questa collaborazione potrà risultare proficua anche per la ricerca spaziale. “Dal punto di vista della NASA, è una grande opportunità per perfezionare queste tecnologie e sviluppare le nostre capacità di analisi dei dati – conclude Dan Crichton, Principal investigator dell’EDRN Informatics Center del JPL –. A supporto sia dell’esplorazione dello spazio, che della ricerca sul cancro”.
