Sri Lanka: l’Oms lo dichiara “Malaria Free”

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Lo Sri Lanka è ‘malaria free‘. L’Organizzazione mondiale della sanità lo ha dichiarato libero dalla malattia lunedì scorso ed è il secondo Paese nella regione Oms del Sudest asiatico a raggiungere questo status, dopo le Maldive ‘promosse’ nel 2015. Il piccolo Stato insulare, però, era stato aiutato dai piccoli numeri: conta quasi 400 mila abitanti, contro gli oltre 20 milioni dello Sri Lanka. Sri Lanka che non ha più registrato nessun caso locale da più di 3 anni, il periodo di tempo necessario per certificare un Paese come indenne dalla malattia. Dal 2012 i casi endemici, non importati da un altro Paese, sono scesi a zero. E la sfida ora è riuscire a tenere alla larga l’infezione e mantenere lo status raggiunto. Evitando situazioni come quella che si è verificata in Nigeria con la polio: l’anno scorso era stata dichiarata libera dalla malattia dopo anni di lotta per eradicarla, ma quest’anno ha registrato nuovamente 3 casi nella popolazione, a riprova di come sia facile il ritorno di un’infezione.

Quanto alla malaria, a livello mondiale sono 33 i Paesi certificati come ‘malaria free’ dopo i recenti ingressi di Armenia, Turkmenistan e Marocco (avvenuti prima delle Maldive). Ma ancora la trasmissione è in corso in oltre 90 Paesi e territori. La sfida vinta dallo Sri Lanka è un’impresa non da poco. Alcuni esperti ritenevano improbabile il raggiungimento del traguardo, vista la sua condizione di Paese a medio reddito, l’alto carico di malattia, gli spostamenti regolari della popolazione tra l’isola e l’India e una ‘guerra civile’ durata anni. Eppure il Paese – che era arrivato vicino alla meta già nel 1963, quando i casi erano scesi a 17, per poi sperimentare dal ’67 una recrudescenza che li aveva fatti impennare a quota 500 mila l’anno – è riuscito a liberarsi dalla malaria. Ricorrendo a strategie multiple: dalla lotta senza quartiere al parassita fino al ricorso a cliniche mobili. “E’ stata dura“, ha sottolineato Pedro Alonso, direttore del Global Malaria Programma dell’Oms, citato dalla Cnn online, ma “questo è un esempio per il resto del mondo“.

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