Terremoti, il Presidente dell’INGV: “non è vero che non si possono prevedere”

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La percezione del rischio e la capacita’ di prevenire terremoti e altri fenomeni naturali, il rapporto tra scienza e informazione, e la capacita’ della comunita’ delle geoscienze di comunicare i propri obiettivi e l’importanza del proprio ruolo nella societa’. Sono i temi che hanno animato la giornata conclusiva dell’88° Congresso della Societa’ Geologica Italiana, con una grande partecipazione di pubblico e la presenza di ospiti d’eccezione. Tra questi, il geologo britannico Iain Stewart, volto noto della BBC definito dal Guardian “la rockstar della Geologia”, che ha tenuto una conferenza sul tema: “Tra Scilla e Cariddi: communicating geology to the public“. Davanti a una platea attenta, e piena di studenti e giovani ricercatori, Stewart ha sottolineato quanto sia importante per la comunita’ dei geologi dedicarsi alla comunicazione con la societa’ civile anche “in tempo di pace“, e non solo quando si verificano catastrofi, per educarla a una piu’ corretta percezione del rischio: “Comunicare bene quello che facciamo, e come lo facciamo, favorisce nei cittadini la consapevolezza, che si traduce in comportamenti virtuosi e nel potere di condizionare le scelte della politica e dei decisori pubblici“, ha spiegato.

Il rapporto tra scienza e informazione e’ stato anche uno dei temi al centro del faccia a faccia tra alcuni degli scienziati piu’ illustri sulla scena italiana e i giornalisti (Antonello Caporale del Fatto Quotidiano, Marco Dedola di Rainews24 ed Enrico Salvatori di Radio Radicale) che li hanno incalzati su terremoti, alluvioni, frane e cambiamenti climatici nella tavola rotonda dal titolo: “Un rischio calcolato? L’uomo di fronte ai fenomeni naturali, tra studio delle cause e governo delle conseguenze“. Protagonisti del confronto serrato il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni, Massimo Frezzotti, del Laboratorio di “Osservazione e Analisi della Terra e del Clima” dell’ENEA; Fausto Guzzetti, Direttore dell’IRPI (Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica), Sergio Bertolucci, Presidente della Commissione Grandi Rischi, che hanno risposto su questioni di interesse generale, come la possibilita’ di prevedere i terremoti, tornata drammaticamente di attualita’ dopo il sisma del 24 agosto.

ingv 03Che i terremoti non siano prevedibili e’, in generale, un’affermazione priva di fondamento scientifico“, ha spiegato il presidente dell’INGV Carlo Doglioni. “Oggi sappiamo prevedere dove ci sara’ un sisma e anche la sua magnitudo. Se ancora non sappiamo prevedere quando, e’ perche’ non conosciamo a sufficienza la Terra. Cosi’ come non possiamo prevedere le malattie senza sapere come e’ fatto il corpo umano, non possiamo prevedere i terremoti se non sappiamo riconoscere e interpretare i segnali che la Terra ci manda“. Un problema che e’ strettamente legato al finanziamento della ricerca: “oggi si investe piu’ nello studio di pianeti lontani che del nostro pianeta, i dipartimenti di Scienze della Terra italiani devono dividersi meno di 3 milioni, il che significa che solo poche centinaia di euro sono destinate a ricerche che avrebbero un impatto fondamentale nella societa‘”, ha chiosato Doglioni che nel corso del congresso della SGI ha lanciato l’idea del progetto “Working Earth” per studiare il funzionamento della Terra dal nucleo all’atmosfera, coinvolgendo insieme all’INGV tutte le realta’ della comunita’ delle Geoscienze. Il problema della mancanza di risorse e’ emerso anche per quanto riguarda lo studio delle frane.
Il primo passo per la riduzione del rischio idrogeologico e’ cartografare le frane. Esistono gli strumenti tecnici per farlo e ne abbiamo gia’ cartografate piu’ di 500000, ma in un territorio come il nostro di frane ce ne sono milioni e molto resta da fare“, ha denunciato Guzzetti. Al centro del dibattito anche lo studio dei cambiamenti climatici, dove il margine di incertezza, che e’ sempre associato a qualunque modellizzazione scientifica di fenomeni complessi, e’ spesso interpretato dal mondo dell’informazione come dimostrazione di un difetto di conoscenza. All’88° Congresso della Societa’ Geologica hanno preso parte circa 900 ricercatori provenienti da diverse pari del mondo. Oltre 1000 gli scienziati autori di contributi distribuiti in 39 sessioni scientifiche. “Ringrazio tutti coloro, a partire dagli student helpers, che hanno contribuito al successo di questo appuntamento cosi’ importante per la nostra comunita‘”, ha dichiarato il presidente del Congresso prof. Domenico Calcaterra nel corso della Cerimonia di chiusura, passando il testimone alla citta’ di Catania, che ospitera’ nel 2018 il prossimo Congresso della Societa’ Geologica Italiana.
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