Terremoti, CNR: “Sappiamo dove avverranno e che magnitudo avranno. Quello che manca è il quando”

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I nuovi terremoti registrati anche oggi nell’area colpita dal sisma “creano allarme, perché la popolazione è molto provata, ma rientrano nella normale evoluzione di un fenomeno di questa portata, che ha avuto come scossa principale quella di magnitudo 6 del 24 agosto“. A spiegarlo all’Adnkronos è Paolo Messina direttore dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche. “Non c’è da meravigliarsi, uno sciame sismico può durare settimane ma anche qualche mese. Anche la magnitudo di queste scosse è normale – osserva Messina – Da un grado all’altro della scala Richter per calcolare l’energia liberata dal terremoto bisogna moltiplicare per 30. Quindi la magnitudo 4 delle ultime scosse rispetto a 6 della prima sprigiona un’energia 900 volte inferiore“. Dunque, ribadisce l’esperto, “dal punto di vista geologico non è nessun segnale se non quello di una normale evoluzione della situazione. Il fenomeno rientra nell’assestamento della struttura tettonica che ha dato origine al terremoto: ora la faglia deve raggiungere un nuovo punto di equilibrio“. “Purtroppo – avverte Messina – non si può fare alcun tipo di previsione neanche escludere il verificarsi di scosse di magnitudo superiore“. E più in generale, chiarisce, “le previsioni sui terremoti sono impossibili. Sappiamo dove avverranno e che magnitudo massima ci si può aspettare in una data zona. Quello che manca è il quando, e mancando il quando cade qualsiasi tipo di previsione“.

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