”Tutti pensano alla ricostruzione, io penso alla ‘Amatrice a tempo’. Non solo case, si dovrà prevedere in maniera perentoria anche il ripristino di tutte le attività economiche perché nel centro storico ben 57 attività non esistono più. Se realizziamo le case senza le attività che esistevano prima, questo diventa un paese-presepe o dei cretini che vengono a farsi i selfie sulle macerie”: così il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi intervistato da ‘Il Tempo’ a un mese esatto dal terremoto che ha colpito il Centro Italia. ”Sogno che il 17 aprile ci siano le case ma anche e soprattutto i bar, i ristoranti, i negozi, le imprese. Il 90% del tessuto economico è andato perduto – aggiunge Pirozzi – Barra dritta a quella data: il giorno di Pasqua segnerà anche la resurrezione di Amatrice a tempo, più importante della ricostruzione”. Oggi, a un mese esatto da quella tragica notte del 24 agosto, non sono previste iniziative in città. ”Non facciamo niente, né fiaccolate né altro, a eccezione di una messa. Il dolore ognuno lo vive a modo suo. Domani invece – conclude il sindaco di Amatrice – alle 11 metteremo la bandiera italiana, quella di Amatrice e dei borghi più belli d’Italia nel parco ‘Padre Minozzi’ con una lapide in memoria delle vittime sulla quale ognuno può venire a mettere un fiore”.