Un’opportunita’ che si e’ creata nell’estrema difficolta’ del momento, un link virtuoso tra chi e’ stato terremotato all’Aquila nel 2009 e chi e’ rimasto coinvolto nel Sisma della notte del 24 agosto. L’esperienza della famiglia di Marco, bimbo autistico, che, rimasto senza casa ad Amatrice (Rieti) ha trovato un alloggio nel progetto Case del capoluogo abruzzese, potrebbe fare da apripista nella ricerca di soluzioni abitative per quanti ora vivono in tenda o in camper. Ma in pochi accettano l’idea di trasferirsi, benche’ a meno di un’ora d’auto. A rinnovare l’invito a cogliere l’occasione dei 250 alloggi disponibili all’Aquila e’ stato, dai microfoni di Radio24, il giornalista Gianluca Nicoletti, affrontando il tema dell’assistenza ai disabili, e non solo, nel dopo terremoto. Ospiti di “Melog, cronache meridiane” Nicoletti ha voluto tre aquilani, Marco Valenti, direttore del Centro di riferimento regionale Autismo, Roberto Museo, direttore del Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato (Cesvi), e Dario Verzulli, presidente di Autismo Abruzzo onlus. “Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza del 2009 – ha raccontato Valenti che la mattina del 24 agosto ha comunicato la disponibilita’ del Centro a prendere in carico ragazzi con autismo provenienti dalle zone terremotate – In circostanze eccezionali le persone con bisogni speciali hanno bisogno di risposte speciali e rapide, non possono finire nel calderone generale dell’assistenza, per quanto ottima. Il paradosso e’ che il terremoto ha aperto opportunita’ che questa famiglia avrebbe dovuto avere nella normalita’. Marco ora e’ nella nostra struttura, dove potra’ avere 15 ore settimanali di assistenza”. “Il sindaco Cialente ha dato da subito la disponibilita’ di 250 appartamenti di circa 60/70 mq – ha ricordato Verzulli – case antisismiche, arredate, che hanno svolto egregiamente la loro funzione dopo il Sisma del 2009. Per aiutare la famiglia di Marco, grazie alla nostra esperienza abbiamo espletato in un giorno una procedura che avrebbe richiesto una settimana. Ma ci sono altri che non trovano la forza del cambiamento”. “Ci sono case disponibili, e’ illogico che alcune persone non sfruttino questa opportunita’ – ha detto Roberto Museo – Quello che mi colpisce di piu’ e’ che abbiano fatto sentire la mamma di Marco in colpa perche’ ha lasciato Amatrice, le hanno detto che non ha avuto rispetto per i morti perche’ ha chiesto la casa per suo figlio. In realta’ la sua e’ una scelta che unirebbe le sofferenze di popolazioni che hanno vissuto la stessa situazione”.