IPE, l’Associazione Nazionale Ingegneri per la Prevenzione e l’Emergenza è il braccio operativo del Consiglio Nazionale Ingegneri per la gestione tecnica dell’emergenza e opera su base volontaria a fini di solidarietà civile, sociale e culturale per fornire interventi e consulenze qualificate nell’ambito delle competenze tecniche dell’Ingegneria a servizio e tutela della collettività e dell’ambiente. IPE interviene sia in fase di prevenzione che nelle emergenze di Protezione Civile dal rischio sismico a quello ambientale, al dissesto idrogeologico non trascurando il rischio chimico e tutti gli altri rischi così come codificati dalla Protezione Civile.
Subito dopo il sisma del 24 agosto che ha colpito l’Italia Centrale, secondo la procedura già sperimentata nel sisma del 2012 in Emilia Romagna, attraverso gli Ordini provinciali e Federazioni italiani sono state raccolte moltissime disponibilità di tecnici volontari, formati con corsi secondo specifici protocolli, per costituire squadre da due Ingegneri ognuna che saranno poi assegnate nella disponibilità dei Centri di Coordinamento superiore per essere inviati nei C.O.C. Centri Operativi Comunali dei Comuni colpiti dal sisma.
Presso l’Ordine degli Ingegneri di Rieti è già stato istituito l’Ufficio di Coordinamento CNI-IPE ed è fissata per sabato 10 settembre l’assemblea dei soci di IPE quale momento di informazione e confronto sulla situazione. Nelle prossime ore, su disposizione della DICOMAC (Direzione Comando e Controllo del DPC nazionale), partiranno i sopralluoghi delle squadre del CNI. Una volta sul campo gli ingegneri Agibilitatori acquisiranno presso i Centri di Coordinamento le richieste di sopralluogo, e con la documentazione disponibile presso i comuni procederanno alle verifiche di agibilità. Compilando la SCHEDA AEDES, gli edifici saranno classificati secondo gli esiti della valutazione e questo consentirà a proprietari e Comuni di conoscere lo stato effettivo degli immobili.
I territori interessati all’evento sismico sono ampi e quest’attività richiederà probabilmente molte settimane, ma si tratta di operazioni necessarie per la sicurezza delle popolazioni e per ristabilire il più velocemente possibile le condizioni di normalità, come spiega l’Ing. Patrizia Angeli, presidente IPE: “In scenari così difficili è necessario intervenire con urgenza ma mai con fretta, perché la responsabilità dei tecnici è enorme. Non si tratta solo di analizzare tecnicamente le condizioni di rischio di un edificio, ma occorre fornire strumenti attendibili per la definizione di una mappa del dissesto, per la pianificazione delle risorse da investire nella ricostruzione o nella riparazione dei fabbricati. Soprattutto nella fase iniziale la componente umana è molto importante, perché si tratta di interagire con la popolazione che si sente violata nel bene materiale più importante, la casa”.
COS’È IPE?
L’IPE è il “braccio operativo” del CNI Consiglio Nazionale Ingegneri e interviene sia a livello operativo che formativo nei campi dellaprotezione civile, rischio sismico, rischio ambientale e messa in sicurezza del territorio. Già dal 2012 l’Ing. Patrizia Angeli, allora Vice Presidente della Federazione regionale degli Ordini degli Ingegneri delle Marche, avviò nella regione, assieme al Consiglio federativo presieduto dall’Ing. Pasquale Ubaldi, i primi corsi di formazione per Tecnici specializzati in Gestione Tecnica dell’Emergenza, Rilievo del Danno e valutazione dell’Agibilità. Proprio nello stesso anno a seguito del sisma emiliano l’Ing. Angeli coordinò per il CNI l’attività di oltre 600 Ingegneri che integrati nelle strutture del DPC e a supporto di quelle, hanno svolto sopralluoghi tecnici e verifiche di agibilità dei fabbricati.
Finalità primaria dell’attività di IPE è infatti l’organizzazione e promozione di studi, ricerche, seminari, iniziative ed interventi tesi a divulgare la cultura della prevenzione dell’emergenza e della sicurezza, nonché promuovere, incentivare e valorizzare le professionalità degli Ingegneri.
Attualmente sono circa 1600 i professionisti formati per la verifica di agibilità degli edifici interessati da evento sismico, ma c’è ancora molta strada da percorrere come afferma l’Ing. Angeli: “E’ proprio sul fronte della cultura della prevenzione che IPE concentra moltissimi sforzi, anche in tema di finanziamenti europei da destinare a questo settore. Per il futuro occorre affrancarsi dalla politica emergenziale che ha caratterizzato gli ultimi decenni e sensibilizzare le istituzioni verso una programmazione di interventi strutturali di prevenzione delle criticità, non solo sismiche, di cui il nostro paese è tristemente esposto. Un primo segnale positivo, in questo senso potrebbe essere rappresentato dal piano di prevenzione contro i terremoti “Casa Italia” allo studio del Governo. Un’opportunità che stavolta non deve assolutamente essere mancata”.