Terremoto: i vigili del fuoco e le cinque fasi del soccorso

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I vigili del fuoco che lavorano ad Amatrice sono impegnati in questi giorni nel recupero di beni dalle case distrutte dal Terremoto. Si alternano, da tutta Italia, con un avvicendamento settimanale: subito dopo il terremoto sono arrivati dai comandi più vicini al Comune, poi, dopo quelli del Lazio, dell’Umbria, delle Marche e dell’Abruzzo, sono arrivati i colleghi dalla Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna. Corso Umberto, la via centrale del Comune di Amatrice è una strada fatta di macerie, con ai lati due enormi cumuli di case sbriciolate. La percorre una piccola ruspa guidata da un vigile del fuoco di Varese, del reparto mt che sta per ‘movimento terra’. Ogni giorno – come spiega Alessandra Lemme per LaPresse – per ore i pompieri accompagnano chi deve recuperare oggetti dalle case crollate o pericolanti.La ruspa tira fuori da sotto le macerie due biciclette, mentre i proprietari aspettano, con il caschetto in testa, di riaverle.

Intanto a metà della via, al centro della zona rossa che misura circa 300 metri di lunghezza e una superficie di 70mila metri quadrati, un altro vigile del fuoco, si arrampica su quattro metri di macerie per recuperare alcuni quadri, ai piedi della casa distrutta un uomo dà indicazione al vigile, mentre in via dei bastioni la proprietaria di quel che resta della lavanderia ‘Bolle blu’, aspetta di poter recuperare panni e alcuni macchinari dell’esercizio.Dopo la prima drammatica fase dei soccorsi, e la lotta contro il tempo per salvare le persone rimaste intrappolate nelle case crollate, oggi si è nella seconda fase dell’emergenza. Non appena sarà pronta la cava, vicino al Comune di Posta, per stoccare i detriti si passerà alla terza fase di lavoro: quella della rimozione dei resti delle case distrutte dal sisma. E poi con il gruppo saf (speleo alpino fluviale) specializzato nell’arrampicata, supportato dalla soprintendenza ai beni culturali, si cercherà di recuperare le opere artistiche delle chiese antiche di Amatrice: ce ne sono oltre dieci solo nel centro storico e custodiscono alcuni dei tesori della pittura medievale. Solo dopo il dissequestro degli stabili, saranno infine demolite le case più danneggiate per poter ricostruire quella parte di paese andata distrutta.

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