“Va abbastanza bene, abbiamo bravi insegnanti che stanno portando avanti progetti di accoglienza per gli alunni, con l’aiuto di psicologi, ma certo: sono tutti provati e non è un inizio di anno regolare, e nessuno è arrivato qui dopo una vacanza riposante“. Così Maria Rita Pitoni, preside dell’Istituto comprensivo di Amatrice, racconta i primi giorni di scuola dei giovani del Comune colpito dal terremoto del 24 agosto. L’istituto, che ha al suo interno 180 studenti, dalla scuola dell’infanzia al liceo scientifico, per ora è ospitato in ambienti di fortuna: il liceo e nel palazzetto dello sport, dove con delle pareti mobili sono state create le aule. La scuola, come spiega Alessandra Lemme per LaPresse, ha riaperto il 13 settembre, a tre settimane di distanza dal sisma, e i docenti, con la preside, hanno preparato il ritorno sui banchi con attenzione maggiore rispetto agli anni precedenti, anche se, in primo piano, questa volta non c’era la didattica ma il dolore e i traumi vissuti dal 24 agosto: “Abbiamo affiancato psicologi e pedagogisti al personale docente, per impostare i primi giorni di scuola e iniziare nel modo migliore, accogliendo bambini e ragazzi in un modo attento al tipo di emozioni che hanno provato nelle ultime settimane – spiega la preside – Solo in un secondo tempo riprenderanno le lezioni di didattica regolare“.
Sul personale docente la preside è soddisfatta di esser riuscita, nonostante tutto, a conservare buona parte dell’organico dello scorso anno, “anche se essendo una scuola all’estremità della provincia – aggiunge – spesso soprattutto alla scuola superiore abbiamo insegnanti che ruotano, giovani. Ma alla scuola dell’infanzia e materna gli insegnanti sono gli stessi da anni”. Il primo giorno di scuola è stato una grande emozione, per tutti, forse più che negli anni passati: “I bambini più piccoli, visto che avevamo raccolto e portato nella scuola giocattoli, peluche, e altalene sono stati subito attratti dal nuovo materiale e hanno giocato, contenti. I ragazzi e le ragazze più grandi erano più provati, seriosi, stretti tra loro ma anche contenti di essersi ritrovati“, racconta la preside.La protezione civile di Trento sta costruendo un campus scolastico con moduli e arredi, e l’istituto sta raccogliendo il denaro necessario per garantire da ottobre mensa e tempo pieno almeno due volte a settimana.
“Il comune disastrato com’è non può certo garantire finanziamenti – sottolinea la preside – quindi ci proviamo noi con una raccolta fondi. Considerando il contributo mensile che verseranno i genitori servono 100mila euro. Quando raggiungeremo questa cifra indiremo un bando“. Gran parte degli alunni e le loro famiglie vivono ancora nei campi, sotto le tende, con enormi disagi: “Vogliono rimanere in paese ma il clima di Amatrice non è un clima mite ci sono famiglie con bambini piccoli per le quali tutto è ancora più difficile. Vorrebbero almeno delle case in moduli con bagni interni – dice – Ma bisogna fare presto perché già adesso qui è freddo un clima di montagna“.