Stasera è in onda su Italia Uno il film del 2004 “The Day After Tomorrow”, particolarmente noto negli ambienti scientifici per aver delineato uno scenario climatico che dopo 8 anni è stato prospettato anche da un importante studio scientifico, firmato da Cornell Charles H. Greene, professore di scienze della terra e dell’atmosfera, e Bruce C. Monger, ricercatore di scienze meteorologiche. Lo studio, pubblicato sulla rivista Oceanography, porta gli esperti a spiegare che “tutti pensano ai cambiamenti climatici dell’Artico, certi che questo fenomeno a distanza avrà scarso effetto sulla nostra vita quotidiana. Ma ciò che sta succedendo nella regione artica cambierà il clima nelle nostre zone!” In sostanza i due esperti spiegano che il global warming provoca un maggiore scioglimento del ghiaccio marino del polo nord durante l’estate, esponendo la scura acqua dell’oceano alla luce solare. Questo provoca un maggior assorbimento della radiazione solare e il calore in eccesso viene rilasciato in atmosfera, soprattutto durante l’autunno, facendo crollare le temperature e i valori di pressione proprio tra l’Artico e le medie latitudini dell’emisfero nord. Secondo gli scienziati, ciò provocherebbe un indebolimento dei venti associati al vortice polare e alla corrente a getto, consentendo così all’aria fredda di proiettarsi molto più spesso alle basse latitudini, com’è già successo negli ultimi tre inverni in modo a volte drammatico, in termini di freddo e neve, sull’Europa e sul nord America.
“The Day After Tomorrow”, lo studio scientifico che conferma lo scenario del film: “A tempesta finita, saremo in una nuova era glaciale”
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