Per affrontare il tumore della pelle non serve più un intervento chirurgico, basta una crema. E’ questa una delle novità venute fuori dal convegno «Tumori cutanei e sole, prevenzione e trattamento» in programma ancora sino a domani (24 settembre, al Circolo Ufficiali di Palazzo Salerno – Napoli). Appuntamento che vede la presidenza onoraria del professor Fabio Ayala ed è presieduto dai professori Giuseppe Monfrecola e Giuseppe Argenziano, delle Cliniche Dermatologiche rispettivamente dell’Università Federico II e Seconda Università di Napoli. In Campania, stando alle ultime stime, si ha una prevalenza di circa 18mila nuovi casi ogni anno. «Quando si parla di tumore della pelle – spiega il professor Giuseppe Argenziano – tutti pensano subito al melanoma. Questi tumori epiteliali sono invece delle lesioni cutanee che insorgono comunemente in persone di carnagione chiara e di età avanzata e spesso sono la diretta conseguenza dell’esposizione cumulativa ai raggi ultravioletti. Grazie ai progressi fatto in questi anni, nelle forme più superficiali possiamo intervenire con creme immunostimolanti, crioterapia e terapia fotodinamica».
Il paradosso è dunque che la grande informazione sui rischi del melanoma sta in alcuni casi facendo passare in secondo piano la prevenzione di questi carcinomi. Eppure i tumori epiteliali rappresentano le neoplasie più frequenti nell’uomo. Il carcinoma basocellulare è la forma più comune, seguito dal carcinoma spinocellulare.
Il professor Argenziano ricorda l’importanza di una diagnosi precoce. «Con una visita specialistica il dermatologo è in grado di formularla con grande accuratezza. In genere le forme superficiali appaiono come macchie e chiazze di colore rosso, sormontate da squame e croste. Le forme più avanzate appaiono invece come delle rilevatezze, i noduli, che spesso sono ulcerati in superficie. Con l’ausilio della dermoscopia, la diagnosi diventa ancora più accurata».
Uno degli aspetti emersi durante il convegno è quello della prevalenza del carcinoma basocellulare, che è il più frequente. Ma come fare a riconoscere un campanello d’allarme?
Lo spiega il professor Monfrecola: «Inizialmente si presenta come un piccolo rilievo roseo ma, crescendo assume l’aspetto di un nodulo che tende poi ad ulcerarsi e sanguinare. La diagnosi di sospetto è clinica e potrà essere confermata dall’esame istologico. E’ un tumore dotato di invasività locale e solo in rarissimi casi diffonde con metastasi: pertanto, il trattamento dermatologico è in grado di portare ad una guarigione completa. Benché questi tumori possono quindi colpire chiunque ma ci sono, tuttavia, individui maggiormente a rischio. Penso ad esempio alle persone di carnagione chiara, capelli biondo-rossicci, occhi chiari, efelidi. O ancora persone che per lavoro o per svago trascorrono molte ore al giorno all’aperto senza protezione e chi è costretto ad assumere farmaci immunosoppressivi».
La buona notizia è che Napoli, anche grazie al lavoro delle Cliniche Dermatologiche della Sun e della Federico II riescono ad esprimere grandi eccellenze e offrono ai cittadini dei chiari punti di riferimento. «Le nostre strutture – conclude il professor Ayala – sono in grado di fare diagnosi corretta. Dobbiamo puntare sempre più ad arrivare a diagnosi accurate».