Tumori, l’oncologo: Eleonora Bottaro poteva salvarsi, su “false cure” necessarie più informazioni

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Poteva salvarsi Eleonora Bottaro, la diciottenne morta di leucemia per non essersi sottoposta a chemioterapia perché curata, per volontà dei genitori, con la terapia alternativa messa a punto dall’ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer. “Oggi la leucemia linfoblastica acuta, di cui soffriva la ragazza, si può curare. E nell’80% dei casi si arriva alla guarigione“, ricorda all’Adnkronos Salute Antonio Ruggiero, oncologo pediatra della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma che considera fondamentale far circolare più informazione corretta sulle false cure, a cui ancora in molti si rivolgono, invece di ignorarle e lasciarle ‘padrone del web’. La terapia ‘tradizionale’ contro questa forma tumorale “è standardizzata. Ci si sottopone allo stesso trattamento in Italia, come in Francia o in Germania. Ci sono linee guida che ci permettono di applicare la terapia più efficace ovunque in Europa. Nel caso di Eleonora la malattia è stata curata solo con cortisone, farmaco che si utilizza nella fase iniziale della cura e che permette anche di stabilizzare la malattia. Ma poi vanno aggiunti i chemioterapici per intervenire sulla progressione“. Nel caso di Eleonora c’è stato il rifiuto della famiglia e, quando lei è diventata maggiorenne, anche il suo. “Nel caso dei bambini è possibile rivolgersi al tribunale se la famiglia si rifiuta di utilizzare cure salvavita per i figli. Ma in questo caso la ragazza era maggiorenne“. I medici avevano le mani legate. In situazioni come queste “ovviamente la comunicazione da parte dei medici è importante. Ma a volte, se il genitore non vuole ascoltare, anche la migliore comunicazione non basta“, aggiunge l’oncologo secondo il quale “spesso si dimentica che anche chi propone le cure alternative comunica. E promette cose, infondate, che la medicina tradizionale ovviamente non può promettere. Credo che fare più informazione su queste alternative sia una strada da percorrere. Anche i medici dovrebbero ‘studiare’ le false medicine per saperne spiegare i limiti, i rischi e aiutare i pazienti a difendersi“, conclude Ruggiero.

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