La genetica o la sfortuna non c’entrano assolutamente nulla per chi si ammala di tumore, è tutta una questione scientifica di causa-effetto. A ribaltare la situazione e a far ricredere diversi medici specialistici uno studio condotto dai ricercatori della Stony Brook University di New York e pubblicato dalla rivista Nature. Yusuf Hannun, ricercatore alla Stony Brook University, ha esaminato i fattori ambientali sul rischio di cancro, arrivando a confermare che i casi di cancro sarebbero riconducibili a fattori esterni evitabili, come sostanze tossiche, radiazioni o uno stile di vita scorretto.
“I fattori ambientali hanno un ruolo importante e le persone non possono nascondersi dietro la sfortuna. Non possono fumare e poi dire che si sono ammalati per sfortuna. E’ come giocare alla roulette russa, c’è sempre una pallottola in canna che può ucciderci. Un fumatore mette altre due o tre pallottole nel revolver. Poi preme il grilletto. C’è un elemento casuale, dato che non tutti i fumatori sviluppano un cancro, ma le probabilità sono a loro sfavore”. Ma, avverte il medico, “resta un problema, dato che non tutti i rischi estrinseci sono stati identificati e non tutti potrebbero essere evitabili”.
Hannun ha infatti evidenziato che nel 70-90% dei casi il tumore è collegato a fattori esterni evitabili, mentre solo nel 10-30% è dovuto al naturale funzionamento del corpo o alla fortuna. Gli specialisti inizialmente più scettici hanno poi sposato la ricerca in quanto ricorda l’importanza fondamentale che riveste la prevenzione.
“Non fumando, il rischio di adenocarcinoma nel corso della vita precipita fortemente. Il fatto che il rischio disarcoma pelvico sia ancora più basso perché c’è meno divisione cellulare… e quindi?” ha riferito a Nature Edward Giovannucci, studioso di prevenzione del cancro alla Harvard T. H. Chan School of Public Health in Boston, Massachusetts.