Una molecola a forma di stella in grado di uccidere i letali superbatteri resistenti agli antibiotici. E’ quanto scoperto in Australia dai ricercatori dell’Universita’ di Melbourne guidati da Shu Lam, del Gruppo Scienza dei Polimeri. Il risultato apre la strada a quello che gli stessi ricercatori definiscono un mondo post-antibiotici. La molecola consiste in una catena ripetuta di proteine capace di penetrare le pareti dei superbatteri, uccidendoli. I superbatteri sono stati definiti dall‘Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) come una delle piu’ grandi minacce alla salute umana, dopo che si sono adattati diventando resistenti a tutte le forme di antibiotici. La loro diffusione minaccia di uccidere milioni di persone ogni anno. “Questo peptide polimerizzato puo’ uccidere i batteri in una moltitudine di modi”, scrive Lam sulla rivista Nature Microbiology. “E’ in grado di penetrare le pareti delle cellule, ma puo’ anche indurre le cellule stesse ad autodistruggersi. L’obiettivo e’ creare migliori alternative agli antibiotici”, aggiunge.
Lam e i suoi collaboratori hanno chiamato la nuova molecola SNAPPs (Structurally Nanoengineered Antimicrobial Peptide Polymers). I ricercatori hanno disegnato le catene proteiche in forma di stelle con 16 o 32 braccia con un diametro maggiore (molto piu’ grande dei 10 nanometri dei vecchi peptidi) e le maggiori dimensioni non sembrano causare danno alle cellule sane attorno ai batteri. Lam e la sua squadra hanno sperimentato la molecola a forma di stella in provetta su sei differenti superbatteri e hanno osservato che e’ in grado di uccidere i batteri senza danneggiare i globuli rossi. Hanno anche sperimentato la sua efficacia in vivo, in topi di laboratorio, contro un tipo di superbatterio, Acinetobacter baumannii, che e’ stato ucciso senza mostrare segni di acquisizione di resistenza. Gli studiosi hanno però spiegato che la ricerca è ancora agli inizi. Il prossimo passo sarà quello di testare l’efficacia del peptide su altre classi di batteri ed esplorare i limiti della sua tossicità.