Viaggio nel suggestivo Parco Nazionale del Circeo, luogo ricco di biodiversità e archeologia

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Istituito nel 1934 per tutelare il patrimonio naturalistico dalla flora e fauna ricca e variegata, il Parco Nazionale del Circeo si estende per circa 8.500 ettari nella provincia di Latina.

Grazie alla sua istituzione, avvenuta quando l’intera area pontina era sottoposta ai radicali interventi di prosciugamento ed appoderamento della Bonifica Integrale, venne evitato il totale disboscamento dell’antica ed inospitale “Selva di Terracina”, di cui una piccola porzione, risparmiata dal taglio, costituì, insieme al Lago di Sabaudia, alla Duna Litoranea ed al Promontorio del Circeo, la prima configurazione del Parco. Con vari successivi provvedimenti, il Parco del Circeo ha via via modificato la quantità e la qualità della sua base territoriale, sino ad includere anche i Laghi Costieri dei Monaci, di Caprolace e di Fogliano e l’isola di Zannone.

CIRCEO 1Il Parco Nazionale del Circeo è un territorio dove si incontrano ambienti molto diversi tra loro ma ognuno necessario alla sopravvivenza dell’altro. All’interno della Duna del Parco Nazionale del Circeo possiamo distinguere tre principali aree con diverse caratteristiche morfologiche e vegetazionali: la battigia, l’avanduna e il retroduna, che ospitano, rispettivamente, piante alofile, una rigogliosa macchia mediterranea che, scendendo verso i laghi, lascia il posto a una foresta di sclerofille. Il primo arbusto che troviamo è il ginepro coccolone, cui si associano, procedendo verso l’interno, il lentisco, il mirto, l’alaterno, l’erica multiflora e piante lianose come la clematide (Clematis vitalba) e la pungenteSmilax aspera detta straccia brache; sino ad arrivare a lecci, ginepri fenici, caprifogli, corbezzoli.

La Selva di Circe è uno dei pochi esempi meglio conservati e più estesi di foresta planiziaria, ossia di pianura, esistente in Italia. Visitabile tutto l’anno, tramite una fitta rete di sentieri, sia pedonali che ciclabili, vanta tre aree di Riserva Naturale Integrale: la Piscina delle Bagnature, la Piscina della Gattuccia e la Lestra della Coscia. Il promontorio del parco è la cima del monte Circeo che tocca i 541m.

Il monte Circeo è famoso sin dall’ antichità: secondo la leggenda lì viveva la maga Circe, che, come narrato nell’Odisse, a voleva trasformare Ulisse e i suoi compagni in maiali. Il promontorio ha la forma di una donna sdraiata. Simbolo del parco, sul suo versante interno, chiamato “quarto freddo”, ospita una fitta foresta termofila, mentre sul versante opposto, il “quarto caldo”, esposto a sud e a ridosso del mare, le condizioni ambientali determinano una vegetazione a macchia mediterranea meno rigogliosa e esigente.

La presenza più interessante è la palma nera del promontorio, l’unica spontanea in Europa. Vi è, inoltre, un ambiente umido e lagunare, costituito da quattro laghi costieri in successione (il Lago di Sabaudia o di Paola, il lago di Caprolace, il Lago dei Monaci e il Lago di Fogliano) e da Zone Umide, stagionalmente allagate. Incantevole l’isola di Zannone, appendice insulare del parco, costituita, oltre che da rocce vulcaniche, anche da rocce metamorfiche e sedimentarie risalenti ad oltre 200 milioni di anni fa. Anche la fauna è estremamente variegata tra cinghiali, tassi, ricci, volpi e donnole. Inoltre, vi sono rettili come Inoltre, vi sono rettili come la vipera e il biacco biacco e anfibi come il tritone, il rospo e la rana. Non mancano faine, falchi pellegrini, gheppi, istrici e, nelle acque, gru, pavoncelle, allodole, chiurli.

Riguardo all’incantevole patrimonio archeologico, da visitare l’Acropoli, l’Ara di Circe, l’Area archeologica di Rio Martino, Casarina, la Fontana di Mezzomonte, la Fonte di Lucullo, la Necropoli di Cala dei Pescatori, la Piscina di Lucullo. Ed ancora, le Terme di Torre Paola, la Villa dei quattro venti, la Villa del Peretto, la Villa di Domiziano, la Villa Grotta della Sibilla e quella delle Dieci camere. L’accesso al Parco è libero e gratuito ma bisogna rispettare le norme previste dalla legge istitutiva e il regolamento del Parco, che disciplinano alcune particolari attività come la circolazione fuoristrada, la tutela di specie faunistiche minori, la raccolta dei funghi e degli altri prodotti del bosco, ecc.

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