Vitamina D, carenti 8 italiani su 10: in estate si assume “al sole”, in inverno “a tavola”

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Sono soprattutto bambini e adolescenti, over 55 e donne in menopausa –  l’80% della popolazione italiana –  a essere carenti di vitamina D, con possibili ricadute negative per l’organismo come osteoporosi e disturbi cardiovascolari. Nel Bel Paese, infatti, “la vitamina del sole” è agli stessi livelli da 20 anni e il contributo di vitamina D fornito dalla dieta è inferiore rispetto ad altri paesi europei. Mentre quello dell’esposizione al sole interviene al massimo per il 30%*. Durante i mesi freddi, bisogna quindi seguire una dieta ricca di alimenti che contengono vitamina D, come i prodotti ittici che rappresentano il 38% dell’apporto totale di questo nutriente. Tra tutti, il tonno in scatola, uno degli alimenti più amati dagli italiani (presente nel 94% delle dispense italiane – dati Doxa/ANCIT): con 16 microgrammi per 100 g di prodotto è secondo solo alle aringhe, quanto a contenuto di questo prezioso nutriente.

“Il principale ruolo della vitamina D – afferma il Prof. Migliaccio Presidente onorario della Società Italiana di Scienza dell’alimentazione – è quello di mantenere un’adeguata mineralizzazione dello scheletro attraverso il controllo delle concentrazioni sieriche del calcio e del fosforo. Ciò consente di raggiungere nella vita adulta il migliore “picco di massa ossea”, cioè l’ottimale mineralizzazione e densità scheletrica per la prevenzione dell’osteoporosi dopo la menopausa o nel periodo senile. Recenti studi hanno inoltre dimostrato anche l’importanza della vitamina D nei processi biologici che intervengono nel potenziamento del sistema immunitario. Infine si ritiene che la vitamina D, abbia un ruolo importante nella prevenzione delle malattie vascolari: ha infatti un ruolo protettivo su tutti i vasi e interviene nei processi biologici che regolano la contrattilità delle arterie.”

ESPORSI AL SOLE D’ESTATE E CONSUMARE TONNO D’INVERNO: PER LA GIUSTA DOSE DI VITAMINA D

La vitamina D è sintetizzata dalla nostra cute per esposizione diretta alla luce solare. Si presta quindi ad essere più facilmente assorbita nella bella stagione, in particolare durante le giornate al mare a caccia della tintarella perfetta. Non altrettanto in autunno e in inverno ed è proprio in questo periodo dell’anno che bisogna correre ai ripari compensando attraverso l’assunzione di alimenti come il pesce in scatola, tonno e salmone su tutti, che garantiscono un apporto importante al nostro organismo.

“Nelle cellule dell’epidermide, afferma il Prof. Migliaccio è presente un precursore che si trasforma in vitamina D quando viene colpito dalle radiazioni ultraviolette B, ragion per cui d’estate con un’esposizione diretta e prolungata al sole c’è una maggiore tendenza all’assorbimento naturale di questo nutriente. Durante l’autunno e inverno, quando si passa meno tempo all’aria aperta il suggerimento è di praticare una dieta equilibrata che preveda una appropriata assunzione di alimenti che contengono vitamina D soprattutto prodotti ittici tra i quali il tonno ed il salmone in scatola e freschi.”

UN NUTRIENTE FONDAMENTALE PER ADOLESCENTI E PERSONE ANZIANE

Secondo i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) l’assunzione adeguata di vitamina D è pari a 15 microgrammi giornalieri per bambini, adolescenti ed adulti ed aumenta a 20 µg/die nella quarta età, oltre i 75 anni. Sono proprio le persone in età evolutiva, in particolare adolescenti e anziani le persone che hanno maggiore bisogno di assumere questa vitamina che ha una azione protettiva sull’apparato scheletrico, vascolare ed immunitario

“La pubertà –  afferma il Prof. Migliaccio –  rappresenta un periodo di elevata crescita muscolo-scheletrica e pertanto è fondamentale soddisfare fabbisogni di vitamina D con una dieta equilibrata e variata, che preveda anche il consumo del tonno in scatola. Consentendo l’ottimale assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale, permette infatti un normale sviluppo del tessuto osseo scheletrico. Gli anziani invece hanno di per sé una riduzione della capacità di sintesi di vitamina D e spesso escono poco di casa. Senza dimenticare che in alcuni casi la carenza di questa vitamina può essere aggravata da una alimentazione monotona e insufficiente per difficoltà di masticazione o per mancanza di appetito.”

*Fonte Società italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS).

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