Il 18 ottobre del 1356, la Svizzera veniva sconvolta da uno dei terremoti più forti della sua storia recente. Il terremoto di Basilea, di magnitudo stimata fra 6.5 e 7.0. La prima scossa avvenne intorno alle 19, secondo quanto riportato sui documenti dell’epoca. La seconda, la più distruttiva, avvenne alle 22 e causò enormi distruzioni. Castelli, fortezze, edifici, ogni costruzione dell’uomo collassò di fronte a questo evento sismico. Le vittime furono migliaia, anche se è difficile avere una stima esatta vista la lontananza nel tempo di quel sisma, considerato uno dei più forti della storia dell’Europa Centrale.
Il terremoto avvenne in una zona lontana dal margine tettonico fra Placca Africana e Eurasiatica (per questo si parla di terremoto intraplacca): per intenderci, lontano dai punti in cui avviene la collisione fra placche, responsabile ad esempio dell’elevata sismicità presente in Italia, Grecia, Balcani e Turchia. La regione alpina però, è un’area tettonicamente molto complessa nella quale viene ancora oggi accumulata una parte dell’energia prodotta dalla collisione fra placche che avviene più a sud. I terremoti sono perciò meno frequenti di quanto avvenga nell’area mediterranea, ma non per questo meno dannosi.
Un terremoto come quello di Basilea può ripetersi? E’ quanto si domandano da anni i ricercatori del Servizio Sismico Svizzero, secondo i quali un fenomeno simile causerebbe oggi diverse migliaia di morti, oltre a danni enormi. Il tempo di ritorno di questi eventi sismici in Svizzera è piuttosto lungo. Nel caso di Basilea si parla di circa 1500 anni fra una scossa così forte e la successiva. Tuttavia è impossibile prevedere esattamente quando e come avverrà una nuova scossa. Proprio per questo in Svizzera si dibatte sull’importanza della prevenzione, in un territorio che la maggior parte della popolazione considera sicuro.
Certo, si tratta di eventi rari, ma proprio la rarità degli eventi sismici può a volte indurre ad abbassare la guardia con risultati disastrosi nel caso in cui si verifichi una scossa. Per la Svizzera, si parla in media di circa 10 terremoti all’anno con magnitudo compresa tra i 3 e i 4 gradi della scala Richter (molto meno di quanto accade in Italia). Passano in media 8–15 anni fra un terremoto di magnitudo pari o superiore a 5 e l’altro. I terremoti più forti, con magnitudo pari o superiore a 6, si verificano ogni 50–150 anni. L’ultimo importante evento è avvenuto nel 1946 a Sierre, in un’area a quel tempo spopolata ma nella quale oggi un sisma potrebbe provocare molti danni e vittime. Si tratta quindi di episodi rari, ma che possono verificarsi in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento in Svizzera.
Nel 2001 un team di ricercatori franco-svizzero ha individuato il piano della faglia responsabile del sisma di Basilea del 1356: i risultati, pubblicati su Science, mostrano che il piano (l’evidenza di una faglia in superficie) si estende per 8 chilometri, dal Giura alla parte sud di Basilea. Secondo gli studiosi la faglia ha provocato almeno tre importanti terremoti: uno fra il 6480 a.C. e l’850 a.C., un secondo fra l’850 a.C. e l’890 d.C., e infine un terzo fra il 610 e il 1475 d.C. (che quindi corrisponderebbe a quello del 1356). Da qui la stima della frequenza, circa un evento ogni 1500 anni.
Quali sono le aree più sismiche della Svizzera? Particolarmente a rischio sono il canton Vallese, l’area di Basilea, la valle del Reno nel canton San Gallo, l’Engadina e la Svizzera centrale. In Svizzera non esistono regioni dove non sussiste il rischio di terremoto.