La via Francigena, conosciuta anche come via Romea o via Francisca, è un insieme di strade utilizzate dai pellegrini che, dal Nord della Francia, si dirigevano a Roma. I primi documenti che narrano di questa importante via di comunicazione – come spiega l’Almanacco delle Scienza del Cnr – risalgono al IX secolo, ma sono scritti risalenti al X e al XII secolo a citarla più specificatamente, fornendo quelle informazioni che ancora oggi ci permettono di identificarla come una delle principali vie in Europa.
Nell’ambito di tale percorso, il Basso Monferrato, con le sue colline custodi della nota Abbazia di Vezzolano, è stato per secoli luogo di transito di innumerevoli pellegrini che, provenienti dalla vicina Sagra di San Michele e diretti a Vercelli o Casale Monferrato, percorrendo i difficili tratti della via Francigena, potevano sostare nella foresteria dell’Abbazia Albugnanese per rifocillarsi.
Il XXI secolo segna un nuovo e importante momento storico per la via Francigena: diversi enti e associazioni, riconosciuta la sua importanza, si stanno adoperando per la sua conservazione e riqualificazione.
All’interno del comune di Albugnano, nelle immediate vicinanze dell’Abbazia di Vezzolano, ha sede l’omonima Azienda sperimentale di proprietà dell’Accademia di agricoltura di Torino e gestita dall’Istituto per le macchine agricole e movimento terra (Imamoter) del Cnr e operante nel settore della ricerca, della sperimentazione e dell’evoluzione normativa relativa al agricolo e movimento terra. L’Imamoter-Cnr, in accordo con la Soprintendenza ai beni culturali e al paesaggio e con altre associazioni locali, si occupa del mantenimento e della valorizzazione dei luoghi e dei percorsi della Conca di Vezzolano e della via Francigena. Questo compito prevede numerosi interventi: dall’inerbimento dell’area circostante l’Abbazia e le strade a essa collegate agli interventi di mantenimento necessari alla conservazione del sito.
Sono stati, inoltre, creati percorsi dedicati ai turisti che, attratti dalle importanti presenze storiche dell’area, raggiungono le colline albugnanesi da diverse zone d’Europa. Tali cammini, situati tra frutteti, pascoli, vigneti sperimentali, noccioleti autoctoni e inseriti in uno splendido paesaggio, contribuiscono alla valorizzazione turistica e ambientale della conca di Vezzolano e del territorio circostante.
In particolare, l’Istituto del Cnr, tramite attività in proprio e grazie al progetto ‘Un bianco mantello di chiese’ sponsorizzato dalla Compagnia di San Paolo, sta realizzando importanti opere di manutenzione straordinaria e di miglioramento geologico, ambientale e paesaggistico del sito. Tanti gli interventi, quelli di regimentazione delle acque, di ripristino della sentieristica, di piantumazione di nuovi frutteti e di presentazione, tramite cartellonistica, dei miglioramenti effettuati, tra i quali, il campo sperimentale sulle nocciole, quello didattico sulle piante officinali e la creazione di tre frutteti realizzati mediante l’impianto di specie autoctone di frutta a rischio estinzione.