A 50 anni dall’Alluvione del 1966 che devastò Firenze il rischio di danni alla città, in caso di un evento simile, “sarebbe minore, il Ponte Vecchio, che pure allora resistette alla furia dell’acqua non potrebbe comunque esser ritenuto al sicuro“. E’ quanto ritiene Marcello Brugioni, responsabile area rischio idrogeologico dell’Autorita’ di Bacino dell’Arno. Brugioni ha parlato oggi a margine della presentazione, in Palazzo Vecchio, di alcune pubblicazioni sul celebre bene culturale, gli interventi della quale sono stati condotti dal giornalista Marco Ferri. “Se adesso succedesse un evento simile a quello del ’66 – ha spiegato Brugioni – grazie agli interventi finora realizzati sul fronte della messa in sicurezza, secondo le nostre elaborazioni l’acqua in esondazione sarebbe un terzo di quella di allora. Praticamente si passerebbe da oltre 80 milioni di metri cubi a circa 30. Dunque l’impatto sul ponte, che pure vinse sulla piena cinquant’anni fa, sarebbe nettamente minore“. Per lo specialista, pero’, il rischio di un possibile crollo, sussisterebbe comunque: “si tratta di una struttura del 1300, e, nel corso dei secoli, le cronache ci raccontano sia crollata almeno una volta. Inoltre e’ stato realizzato nel punto piu’ stretto dell’Arno, quello assoggettato a maggiore possibilita’ di pressione: per tutti questi motivi nonostante tutto, non si puo’ escludere che in caso di Alluvione il ‘nostro’ ponte possa dirsi in sicurezza“.