Il consorzio multidisciplinare internazionale ZikAlliance ha ricevuto dall’Unione Europea un finanziamento di 12 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020, al fine di realizzare un progetto di ricerca all’avanguardia per combattere l’epidemia provocata dal virus Zika in Sud America e nei Caraibi. Tra i partecipanti del consorzio di ricerca è presente anche l’Università di Siena, con il team del professor Maurizio Botta, una delle due realtà italiane – insieme alla trentina Fondazione Edmund Mach – che collaboreranno con ricercatori di 18 Paesi, per tre anni.Il gruppo di ricerca di Siena, del dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia, dovrà individuare e sviluppare molecole per produrre farmaci che inibiscano la proliferazione del virus Zika, per poter curare la malattia provocata dall’infezione. Il team del professor Botta lavorerà con un approccio altamente interdisciplinare, integrando la chimica computazionale con la sintesi organica, la chimica analitica e la veicolazione di farmaci, mettendo in gioco la notevole competenza nel campo dello sviluppo di antivirali, anche ad ampio spettro. Oltre a Botta, chimico farmaceutico, parteciperanno la professoressa Elena Dreassi, esperta di analisi del farmaco, e un gruppo di giovani ricercatori, tra cui Annalaura Brai, esperta in sintesi chimica, Iuni Trist, esperta in chimica computazionale, e Claudio Zamperini, esperto nell’analisi e nella veicolazione del farmaco.
L’obiettivo sarà quello di questo virus, che si è già diffuso in 73 Paesi del mondo. ZikAlliance – spiega l’ateneo senese – coinvolge numerose discipline accademiche per comprendere innanzitutto l’impatto di Zika sulla gravidanza e il percorso di sviluppo e diffusione di questo virus nell’uomo. Un ulteriore obiettivo sarà la costruzione di una piattaforma di ricerca (in collaborazione con altre due iniziative della Commissione Europea, ZikaPlan and ZikAction) che permetta un domani una pronta attivazione nel caso di altri rischi di epidemia.
Per mezzo di questa iniziativa, le attività di ricerca in Europa andranno di pari passo con un’attività di studio epidemiologico nei Paesi colpiti, che coinvolgerà anche partner in Africa, Asia e Polinesia. Il consorzio sarà coordinato da Xavier de Lamballerie ( virologo di Inserm, IRD, Università di Aix-Marseille), le attività avranno ufficialmente il via con il meeting che si terrà il 4 e 5 dicembre prossimi, a San Paolo del Brasile.