Dopo aver flagellato Haiti, l’uragano Matthew rischia di inondare le Bahamas: si teme una grande “Storm Surge”

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Proprio la notte scorsa il terribile e potente uragano Matthew ha effettuato il “landfall” sul settore occidentale di Haiti, toccando terra con l’occhio nel tratto di costa poco ad ovest della città di Les Cayes, la quale trovandosi in prossimità dell’occhio centrale è stata la località maggiormente devastata dai violenti venti ciclonici della tempesta. L’uragano è subito poi sfilato nel tratto di mare ad ovest delle coste haitiane, dirigendosi in direzione della parte più orientale dell’isola di Cuba, ove in queste ore è atteso il “landfall”, prima del suo passaggio sopra le Bahamas. Purtroppo vedendo l’entità delle piogge cadute sul settore sud-occidentale di Haiti si teme che grosse inondazioni e smottamenti abbiano causato un ingente numero di danni e morti fra la popolazione locale. Basti pensare che molto più ad est, nella Repubblica Dominicana, le forti piogge legate al passaggio delle bande nuvolose più periferiche legate a “Matthew” hanno scaricato oltre 200 mm di pioggia, con picchi di ben 170,2 mm nella sola capitale Santo Domingo.

In alcuni villaggi della costa meridionale di Haiti, nei pressi di Les Cayes, la forza dei fortissimi venti ciclonici ha letteralmente sradicato intere foreste e la vegetazione locale, composta principalmente da palme. “Matthew” stando ai dati è stato il terzo più forte uragano mai visto su Haiti, e il più forte uragano in 52 anni. Gli unici uragani più forti di “Matthew” che nella storia hanno devastato Haiti erano entrambi di 4^ categoria Saffir-Simpson: l’uragano “Cleo” del 1964 e l’uragano “Flora” del 1963.

L’uragano “Matthew” durante la fase del “landfall” sulle coste sud-occidentali haitiane

Ora la tempesta, dopo aver interagito con le montagne che caratterizzano l’entroterra dell’isola di Hispaniola, si è notevolmente indebolita, venendo declassata a ciclone tropicale di 3^ categoria, come viene evidenziato dalla temporanea scomparsa dell’occhio centrale, coperto dalle imponenti nubi torreggianti che lo circondavano, le stesse responsabili dei diluvi in atto fra Haiti e la parte est di Cuba. Ora l’attenzione si sposta tutta fra Cuba e le Bahamas, dove nelle prossime ore si attende un notevolissimo rinforzo della ventilazione, oltre all’arrivo di forti rovesci di pioggia e intensi temporali, caratterizzati da elevati indici di rain/rate.

Fortunatamente l’uragano passerà su Cuba già indebolito, interessando il settore più orientale dell’isola con il quadrante occidentale, quello più debole, dove spirano i venti più deboli dai quadranti settentrionali. Il lato destro dell’uragano, quello più pericoloso, dove si annidano i venti più violenti, generalmente da S-SE, Sud e S-SO, invece nelle prossime ore dovrebbe investire le Bahamas più occidentali, dove si prevedono venti che potranno raggiungere anche l’intensità di uragano, in grado quindi di arrecare danni a strutture e abitazioni.

Trees sway with the wind during Hurricane Matthew in Les Cayes, Haiti, October 4, 2016. REUTERS/Andres Martinez Casares – RTSQRU6

L’isola di Great Inagua dovrebbe essere quella maggiormente colpita dai venti più violenti, da Sud, S-SE e SE, presenti sul lato destro della tempesta, che potranno raggiungere picchi di oltre 140-150 km/h sulla punta sud-occidentale dell’isola, nei pressi di Matthew Town. La forte ventilazione meridionale genererà anche un possente moto ondoso che andrà ad abbattersi sulla costa sud di Great Inagua, determinando forti e rumorose mareggiate che potranno causare gravi fenomeni di erosione. Poi a partire dalla giornata di domani l’uragano “Matthew” scorrerà sopra i bassi fondali che caratterizzano l’area delle Bahamas, su acque superficiali ancora molto calde, intorno i +29°C +30°C, seppur poco profonde. La presenza di molta umidità nei bassi strati e un “wind shear” non intenso potrebbe favorirne un ulteriore intensificazione proprio durante il passaggio ad ovest delle Bahamas.

Più che per le piogge alle Bahamas si temono molto i forti venti da SE e S-SE in azione sul bordo orientale del ciclone tropicale. Questi venti molto forti, oltre a cagionare notevoli danni, potrebbero generare delle grosse mareggiate che potrebbero danneggiare le barriere coralline dello stato insulare. Il pericolo maggiore per un uragano di grandi dimensioni come “Matthew” sarà rappresentato dalla cosiddetta “onda di tempesta”, meglio conosciuta con il termine inglese “Storm Surge“, ossia un anomalo innalzamento del livello medio delle acque del mare indotto dal brusco calo della pressione barometrica e dalla contemporanea azione di forti venti di tempesta, diretti verso la costa, che accompagna il passaggio del potente ciclone tropicale che tende a sospingere verso la costa un enorme quantitativo di acque, provocando gravi inondazioni nei tratti di costa pianeggianti.

LaPresse/Reuters

In questo caso l’effetto dello “Storm Surge” potrebbe avere esiti davvero distruttivi su buona parte delle 700 isole che compongono l’arcipelago delle Bahamas, con particolare riferimento per le isole e gli atolli di piccole dimensioni, maggiormente vulnerabili al fenomeno. La stessa capitale Nassau e Freeport rischiano di finire sott’acqua a causa dell’eventuale “Storm Surge” causato dal passaggio ravvicinato del potente uragano. Anche se poche isole, quelle più occidentali, molto probabilmente sperimenteranno i venti ciclonici più violenti presenti sul quadrante destro di “Matthew” il rischio di una “Storm Surge” sarà diffuso in gran parte dell’arcipelago, da nord a sud.

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