Durante il Consiglio Ambiente in corso oggi a Lussemburgo, il ministro Gian Luca Galletti ha espresso ancora una volta le sue “forti perplessità e preoccupazioni” in merito alla proposta legislativa Ue per la distribuzione fra gli Stati membri degli sforzi di riduzione dei gas-serra, presentata dalla Commissione europea nel luglio scorso, che risulta penalizzante per l’Italia. Le perplessità e preoccupazioni riguardano in particolare “la definizione della metodologia di distribuzione degli oneri tra gli Stati membri“, ha spiegato Galletti nel suo intervento al Consiglio Ue, sottolineando che la proposta della Commissione, non rifletterebbe “il principio di equità affermato nel Consiglio europeo dell’ottobre 2014, così come il principio di convergenza delle emissioni pro-capite“.
I punti non condivisi dall’Italia sono due. Primo, con il criterio scelto dalla Commissione per stabilire il ritmo annuale (la “traiettoria”) di taglio delle emissioni dal 2020 al 2030 si fa rifermento alla media di riduzione che ciascun paese avrà registrato nel periodo 2016-2018, invece che al livello raggiunto nel 2020. In pratica, i paesi che (come sta facendo l’Italia) avranno ridotto più velocemente le emissioni nel periodo 2016-2018 si vedranno poi assegnare una traiettoria di riduzione più rapida, con uno sforzo maggiore (rispetto, ad esempio, alla Germania), all’inizio del periodo 2020-2030. Il secondo punto riguarda la clausola di flessibilità, ovvero la possibilità di correggere al ribasso lo sforzo di riduzione, tenendo conto dell’assorbimento dei gas serra da parte delle foreste e piantagioni presenti sul territorio nazionale (nel gergo dei negoziati sul clima, si parla di Lulucf, “Land-Use, Land-Use Change and Forestry”).
“Siamo pronti a fare la nostra parte per portare a compimento gli impegni presi come sanciti dalle Conclusioni del Consiglio di ottobre 2014 sotto la presidenza italiana del Consiglio Ue, ratificheremo il processo di Parigi 2014 entro Marrakech, entro la Cop 22 (la 22ma Conferenza delle parti della Convenzione Onu sul clima, ndr)“, ha assicurato il ministro. Tuttavia, ha aggiunto, “riteniamo che, nel rispetto dell’integrità ambientale, che condividiamo pienamente, si debba trovare una soluzione adeguata agli aspetti distorsivi delle proposte“. E questo, ha proseguito Galletti, “potrà essere perseguito riconoscendo gli sforzi che il nostro Paese ha già condotto e che ci consentiranno non solo di raggiungere, ma ampiamente superare i nostri obblighi di riduzione al 2020“.
L’Italia, ha spiegato ancora il ministro “è tra i paesi più virtuosi in termini di riduzione delle emissioni, grazie alle politiche e alle misure che abbiamo messo in atto nel periodo 2013-2020“, abbiamo “le emissioni pro-capite fra le più basse in Europa“, e siamo “tra i paesi più efficienti a livello globale” per quanto riguarda l’efficienza energetica, e “tra i paesi con una maggiore percentuale di produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa e forse nel mondo. Questo siamo oggi e questo noi vogliamo continuare a essere in futuro“, ha affermato Galletti, concludendo che “sarebbe un paradosso non riconoscere nelle proposte (della Commissione, ndr) gli sforzi già fatti, che hanno consentito a tutti un impatto complessivo europeo positivo in termini proprio di integrità ambientale“.