Barack Obama e Leonardo DiCaprio insieme contro il cambiamento climatico. Il presidente degli Stati Uniti e la star di Hollywood, parlando fianco a fianco sul prato sud della Casa Bianca, hanno ribadito l’urgenza di compiere ulteriori passi in quella che Obama ha definito la “corsa contro il tempo” che è la lotta contro il cambiamento climatico. Il tutto sottolineando l’importanza che gli americani tengano presente il tema al momento delle elezioni presidenziali dell’8 novembre. Il dibattito tra i due si è tenuto al termine del ‘South by South Lawn’, festival organizzato per incoraggiare idee innovative. Tenutosi appunto sul prato sud della Casa Bianca, l’evento si è ispirato al South By Southwest (Sxsw), una vetrina delle ultime tendenze della tecnologia, dei film e della musica ospitata ogni anno ad Austin, in Texas. Al festival è stato proiettato il documentario di DiCaprio ‘Before The Flood‘, che significa ‘Prima dell’inondazione’, un progetto su cui ha impiegato tre anni di lavoro e da cui l’attore ha ammesso di aver “imparato molto” sugli effetti del cambiamento climatico e sulle misure necessarie a contrastarlo. Il vincitore dell’Oscar per ‘The Revenant’, senza mai citare esplicitamente Donald Trump, ha esordito con un richiamo ai politici che, come il candidato repubblicano alla presidenza Usa, si sono mostrati in alcune occasioni scettici in merito all’esistenza del problema. “Se non credi nel cambiamento climatico non credi nei fatti o nelle azioni, e di conseguenza, a mio modesto parere, non ti si dovrebbe consentire di rivestire un incarico pubblico“, ha dichiarato DiCaprio all’inizio della sua intervista. L’attore si è mostrato preoccupato perché nei sondaggi elettorali le problematiche ambientali figurano tra le questioni che meno preoccupano gli elettori, e solo il 2% di questi le giudica decisive per il voto di novembre. Obama, dal canto suo, ha affermato che “il cambiamento climatico sembra perversamente disegnato per essere difficilmente risolvibile a livello politico“. E ha evidenziato che la gente fatica a “legare” un tornado o un’inondazione con una problematica di portata globale, e che non è comune in politica prendere “decisioni difficili” che hanno effetti sul lungo periodo. “Per risolvere questo problema, avremo bisogno di un’innovazione straordinaria, in questioni come l’immagazzinamento dell’energia eolica e solare. Ciò richiede la mobilitazione delle persone e, in ultima analisi, che la gente si esprima in tal senso alle urne”, ha aggiunto Obama.
Il presidente Usa ha proseguito con una stoccata contro gli ostruzionismi: non c’è spazio per chi nega i cambiamenti climatici o per chi si fa promotore di “politiche ostruzionistiche“, perché il fenomeno si sta sviluppando “più velocemente di quanto abbiano annunciato le previsioni“, ha detto. “Ci troviamo di fronte a una corsa contro il tempo“, ha affermato Obama, che si è detto “orgoglioso” dell’eredità da lui lasciata sul tema e del suo coinvolgimento nella conferenza sul Clima di Parigi di dicembre. “Prevedo che questo accordo entri in vigore nelle prossime settimane“, ha dichiarato Obama, ricordando che l’India lo ha appena ratificato e che “molti altri Paesi” presto faranno altrettanto, consentendo così di raggiungere l’obiettivo delle 55 nazioni aderenti responsabili del 55% delle emissioni globali di gas serra. Proprio oggi l’Europarlamento ha ratificato l’accordo e presto dovrebbe arrivare anche il via libera dei 28 leader Ue. Obama ha sottolineato che “questa settimana inizieranno le trattative” per raggiungere un accordo internazionale che regolerà le emissioni degli aerei e un patto globale per ridurre le emissioni di idrofluorocarburi (Hfc), tra i più nocivi e da sempre più utilizzati gas responsabili dell’effetto serra. Quanto alle soluzioni al problema del cambiamento climatico, DiCaprio ha detto: “La maggior parte dei membri della comunità scientifica con i quali ho parlato ritiene che la ricetta migliore per risolvere questo problema sia una carbon tax“. Obama, tuttavia, ha risposto che “nel contesto attuale del Congresso americano la possibilità di un’immediata imposta sugli idrocarburi è più che remota“. Il presidente ha difeso, in alternativa, il suo Piano energetico che stabiliva una serie di tagli alle emissioni di biossido di carbonio e concedeva margini di flessibilità agli Stati per “decidere” come applicarli. Ma la Corte Suprema degli Stati Uniti da febbraio ha bloccato il piano, che Obama ha definito “il fulcro” della sua strategia per far fronte ai cambiamenti climatici, in attesa che una Corte di grado inferiore si esprima in merito alla legalità del progetto.