L’ormai noto cranio del calabrese Giuseppe Villella, custodito nel museo ‘Cesare Lombroso‘ di Torino e conteso tra il museo stesso e il Comune di Motta Santa Lucia, paese natale di Villella, e’ oggi rivendicato da un terzo pretendente, una signora di 90 anni che, tramite il proprio avvocato, ha dichiarato di essere la diretta discendente dell’uomo morto nel 1864 nelle carceri lombarde. E’ avvenuto martedi’ in aula di corte d’appello a Catanzaro nel corso del processo che dovra’ stabilire se il famoso cranio andra’ in Calabria o restera’ nel museo che lo custodisce ormai da secoli. Secondo il legale dell’anziana discendente, e’ alla parente di Villella che dovrebbero tornare i resti dell’uomo e non al Comune di Motta Santa Lucia. Il giudice si e’ riservato di decidere e ha rinviato l’udienza a nuova data.
Giuseppe Villella, detenuto per furto, mori’ in un carcere del nord Italia nel 1864. Sul suo corpo effettuo’ l’autopsia Cesare Lombroso, all’epoca docente di Clinica psichiatrica e Antropologia all’Universita’ di Pavia. Studiando il cranio del detenuto calabrese, trovo’ la fossetta occipitale mediana elemento distintivo e causa, secondo la teoria di Lombroso, del comportamento criminale. Da allora il cranio di Villella e’ esposto al museo di Torino. Nel 2010 il comune di origine di Villella, Motta Santa Lucia, si e’ rivolto al tribunale di Lamezia ottenendo che il teschio fosse restituito al suo paese per una degna sepoltura. Decisione sospesa, in attesa della decisione della Corte d’appello, a causa del ricorso presentato dal museo Lombroso, secondo il quale il cranio e’ di proprieta’ dello Stato.