Rimane invariato a 38 il numero complessivo dei casi risultati positivi alla legionella a Parma: dal 4 ottobre non si segnalano nuovi pazienti con i sintomi della malattia e le persone colpite sono stabili. Ad aggiornare sulla situazione è la Ausl della cittadina emiliana, che spiega: le indagini ambientali in corso per individuare le cause della diffusione dell’infezione hanno interessato anche le torri di evaporazione di alcuni grandi insediamenti, sia nella zona Montebello che in altri quartieri della città. I primi risultati preliminari e non definitivi dei campionamenti alle torri di evaporazione di uno di questi insediamenti (Banca Intesa) indicano la presenza del batterio legionella. Questi esiti potranno o meno essere confermati dai risultati definitivi degli accertamenti di laboratorio nell’arco dei prossimi giorni. Sono attualmente 15 – prosegue l’Azienda Usl – le persone ricoverate per polmonite da legionella all’ospedale Maggiore di Parma, dopo le dimissioni ieri di un altro paziente. Per 11 dei ricoverati le condizioni sono in miglioramento, mentre per gli altri quattro sono stabili compresa una ragazza 27enne. Una persona resta ricoverata all’ospedale Santa Maria di Borgotaro: le sue condizioni sono stabili e il suo caso è comunque riferibile alla zona del Montebello. La legionellosi è un’infezione causata da un batterio chiamato legionella, che colpisce l’apparato respiratorio e può manifestarsi in forme anche gravi. La legionella è un microrganismo molto diffuso in natura, dove è associato principalmente alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, ambienti umidi in genere). Da qui, la legionella può ‘colonizzare’ gli ambienti idrici artificiali, come le reti di distribuzione dell’acqua potabile nelle città, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane, e così via. Il batterio della legionella si trasmette solo per inalazione (aerosol) di acqua contaminata, non si trasmette bevendo acqua infetta, non si trasmette da persona a persona. Si moltiplica in ambienti acquatici tra i 25 e i 42 gradi. Al di sotto dei 20 gradi non cresce e pertanto non è pericolosa. Di norma, l’acqua fredda dei rubinetti di abitazioni, scuole, ospedali, alberghi, esce a una temperatura inferiore ai 20 gradi e può quindi essere bevuta. La Ausl chiarisce poi che dal primo gennaio di quest’anno fino a metà agosto scorso erano stati 13 i casi in tutta la provincia di Parma risultati positivi alla legionella. Del totale dei casi provinciali nel periodo indicato, quattro erano quelli registrati a Parma: l’11 febbraio, il 10 e 30 giugno, e il 6 luglio scorsi dei quali nessuno risiedeva nella zona Montebello. Il numero di casi, che si erano registrati fino ad allora sia in provincia che in città, è in linea con le medie degli anni precedenti. Inoltre per tutti questi casi le origini della diffusione di legionella sono state individuate e risolte. Questo quadro è poi cambiato successivamente con l’aumento anomalo, dal 26 settembre in poi, di casi positivi registrati a Parma in poco tempo e tutti correlati con la stessa zona della città. Infine, si ricorda che la prima nota stampa, congiunta Azienda Usl-Comune di Parma, in cui si annunciano i primi casi positivi alla legionella e le prime misure precauzionali già adottate, è stata diffusa il 28 settembre scorso.