Schiaparelli si fa attendere. In Europa e soprattutto in Italia si resta con il fiato sospeso in attesa di capire cosa è successo al modulo di discesa EDM, chiamato Schiaparelli in onore dell’astronomo italiano che per primo fece una osservazione accurata di Marte.
Cosa è successo a Schiaparelli?
Durante la conferenza stampa convocata alle 10 al centro di controllo ESA in Germania è stato confermato che il Trace Gas Orbiter è correttamente inserito in orbita. Sono stati acquisiti correttamente i dati inviati dal lander Schiaparelli durante la discesa sul Pianeta Rosso: EDM ha effettuato l’ingresso in atmosfera come previsto, protetto dallo scudo, ed ha rilasciato il paracadute. Da quel momento le informazioni inviate a terra non sono state quelle attese, spiega il direttore di Volo, Andrea Accomazzo. Il lander Schiaparelli “è entrato nell’atmosfera marziana. Il suo scudo termico ha funzionato propriamente. Ha aperto il paracadute alla altitudine corretta. Poi i dati indicano un comportamento non esattamente come ci aspettavamo. Ma tutto l’hardware del lander si è comportato correttamente“. Il satellite TGO ha perso il segnale dal lander “nell’ordine di 50 secondi” prima del momento in cui avrebbe dovuto toccare il suolo marziano. I retrorazzi che avrebbero dovuto frenare la caduta del lander sul suolo marziano “si sono accesi ma maggiori dettagli” sulle modalità e sui tempi “potremo averli nei prossimi giorni.“
Ammontano a 600 megabyte i dati raccolti dal TGO e a disposizione dell’ESA per capire cosa è avvenuto: “Abbiamo tutti i dati che ci servono e sono certo che potremo ricostruire precisamente tutto ciò che è avvenuto. Non ho dubbi che potremo spiegare tutto ciò che abbiamo osservato“, ha spiegato Accomazzo.
“Dobbiamo ancora capire cosa sia accaduto negli ultimi istanti prima dell’ammartaggio,” spiegano gli esperti riuniti in conferenza stampa. “E ciò ci impegnerà per i prossimi giorni, settimane, mesi.“
Alla domanda di un giornalista che chiedeva quali sono le probabilità che Schiaparelli sia intatto, gli scienziati hanno risposto: “Non lo sappiamo, dobbiamo analizzare i dati raccolti, dobbiamo ricostruire le ultime fasi, le condizioni di Schiaparelli e dove si trova.“
“L’analisi dei dati è ancora in corso, non sappiamo se la sonda Schiaparelli sia integra,” ha dichiarato David Parker, direttore delle esplorazioni robotiche ESA. “Dal punto di vista ingegneristico questi dati sono esattamente ciò che volevamo“, ha aggiunto Andrea Accomazzo.
E’ stato più volte sottolineato che le operazioni sono state un test in vista della missione del 2020, e che complessivamente “è stato un successo“. “Era una manovra molto complessa, che comprendeva la separazione dalla nave madre e una discesa totalmente automatica nell’atmosfera. Ripeto che l’EDM che era un test. Come sempre avevamo molti sensori per monitorare cosa faceva. I dati di questi sensori sono stati ricevuti. Ci sono ancora domande aperte,” ha spiegato Jan Woerner, direttore generale dell’Esa. “Il suo obiettivo era avere una sonda in orbita e un test in grado di fornire dati e conoscenze scientifiche, e abbiamo dati e conoscenza“. “La buona notizia è la conferma che l’orbiter della missione ExoMars, il TGO, è operativa con successo nell’orbita di Marte: questo significa che è pronto a rilevare dati scientifici e a rilasciarli. Il TGO è una pietra miliare in vista della seconda fase della missione, prevista nel 2020“.
“L’esplorazione di Marte è difficile e questo è il motivo per cui la facciamo“: sono le parole con le quali si è conclusa la conferenza stampa al Centro europeo operazioni spaziali di Darmstadt, in Germania, pronunciate da un funzionario dell’Esa.
Grazie ai dati raccolti e alla loro analisi si potrà comprendere cosa è accaduto al lander Schiaparelli, sebbene molte domande rimangano ancora senza risposta.
Schiaparelli “ha comunque funzionato”
Sebbene l’ESA abbia confermato che non si hanno ancora notizie certe sulla sua sorte ed il suo stato di salute, il lander Schiaparelli “ha comunque funzionato” fornendo agli scienziati, nella sua discesa verso il pianeta rosso, una mole immensa di dati “che vogliamo inserire nel modello marziano per capire la dinamica al momento dell’impatto“. A rimarcarlo è stato Andrea Accomazzo, capo delle Operazioni Planetarie dell’Esa, nel corso di una conferenza stampa in diretta web dal centro di controllo Esa di Darmastadt, in Germania. “Non possiamo confermare se il black out” con il lander Schiaparelli “si è creato a 50 secondi dall’impatto con il suolo marziano, non possiamo ancora definire nel dettaglio quando si è creato il gap, riteniamo a circa 50 secondi” ha chiarito Accomazzo. Ma prima del gap, “c’è un pezzo” dell’ingresso nell’atmosfera marziana di Schiaparelli che “ha funzionato“, ed “è dal punto del black out che abbiamo discordanze” su quanto atteso, ha spiegato Accomazzo. Lo scienziato italiano dell’Esa ha sottolineando che ci vorranno giorni, forse settimane per “decodificare tutti i dati raccolti“. Nella sua discesa, è emerso, Schiaparelli ha mandato dati all’orbiter Tgo che li ha trasmessi a Terra. “Vogliamo capire cosa è successo in quei circa 50 secondi calcolandolo con modelli matematici e ricalcolandoli sui modelli marziani,” ha detto ancora Accomazzo.