“Come un bambino curioso la scienza va avanti, scopre cose che non sapevamo, provoca cose che non immaginavamo.” Ieri era la Luna, oggi è Marte. Ed oggi questo bambino ha le sembianze di un robot, ma gli stessi occhi curiosi. Si chiama Lander Schiaparelli e sarà il cuore della missione europea ExoMars che partirà alla volta del Pianeta Rosso per scoprirne segreti e peculiarità. Decollerà domenica 16 ottobre da Meridiani Planum, vicino all’equatore, a 55 milioni di chilometri dalla Terra, separandosi dalla sonda orbitante Trace Gas Orbiter (TGO) (partita a sua volta a marzo dal cosmodromo di Bajkonur). Una volta raggiunto lo spazio, il lander precipiterà nell’atmosfera marziana, diventando una palla incandescente: sarà il momento più delicato della missione, l’attimo in cui se ne decideranno le sorti. Un attimo lungo sei minuti. Sei minuti nei quali, in supporto di Schiaparelli, entreranno in azione un paracadute, realizzato ad Aprilia, e dei retrorazzi. Tre giorni dopo si giungerà allo storico atterraggio del primo oggetto italiano su Marte.
Dalla Terra avremo delle notizie certe soltanto alle 18.33 del 19 ottobre e, se alle 20.25 la sonda orbitante comunicherà il corretto inserimento in orbita, si potrà finalmente festeggiare.
Dall’Esoc di Darmstadt, il Centro di Controllo ESA in Germania, al Palazzo delle Esposizioni a Roma (dove si terrà l’evento internazionale “Italy goes to Mars”), la gioia sarà condivisa: un ruolo fondamentale in questa missione sarà infatti affidato ad un altro strumento italiano, il Radar Doppler Altimeter (RDA) montato sul lander e realizzato nello stabilimento Thales Alenia Space di Roma. Si tratta di un sofisticato radar in banda Ka che permetterà di gestire la brevissima fase finale (che durerà meno di 100 secondi) necessaria a raggiungere la superficie di Marte, in completa autonomia dalla Terra.
In Germania, il “touchdown” marziano del lander, chiamato così in onore dell’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli che nel 1877 per primo individuò i canali prosciugati dei corsi d’acqua marziani, aprirà un evento di due giorni con un parterre di ingegneri e scienziati che condurranno alla scoperta della Missione ExoMars. Sono inoltre previsti dei collegamenti video con il post flight tour dell’astronauta ESA Tim Peake, che farà sosta a Londra, e con l’evento italiano di Roma, organizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con ESA, Inaf, Leonardo-Finmeccanica, Thales Alenia Space Italia e National Geographie Channel e durante il quale sarà proiettata in anteprima la prima puntata del docu-drama “Red Planet”, realizzata da Ron Howard per Fox. Inoltre, nella sede Asi di Tor Vergata, si svolgerà un incontro parallelo con i laureandi del Politecnico di Torino premiati di recente dalla Nasa. Sarà possibile seguire la maratona di ExoMars in live streaming su AsiTV in diretta video sulla pagina facebook dell’Agenzia Spaziale Italiana e su twitter con l’hashtag#italiavasumarte.
Sarà solo nel 2017 però che potremo ricevere i primi dati dalla sonda orbitante TGO. Sarà necessario infatti un anno affinché vengano portate a termine le sue complesse manovre di “aerobraking”, ossia l’aerofrenaggio per la riduzione della velocità, che le permetteranno di far circolare la propria orbita, agendo anche come un ripetitore per Schiaparelli e, grazie ad un altro strumento italiano, stilare un inventario dettagliato dei gas atmosferici di Marte. Tra i gas rari di maggiore interesse c’è senz’altro il metano, che implica la presenza di una sorgente corrente attiva. Lo scopo del Trace Gas Orbiter (TGO) è infatti quello di misurare la dipendenza geografica e stagionale del metano, per comprendere se proviene da una sorgente geologica o biologica.
Il programma ExoMars 2016 nasce grazie ad una cooperazione internazionale tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos), ed è fortemente sostenuto anche dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Si tratta di un programma sviluppato da un consorzio Europeo guidato da Thales Alenia Space Italia e realizzato da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Leonardo-Finmeccanica 33%), che coinvolge circa 134 aziende spaziali dei Paesi partner dell’ESA. Thales Alenia Space Italia, prime contractor del programma ExoMars, è anche responsabile della progettazione della missione 2020, quando si indagherà sulla presenza di acqua su Marte, attraverso la trivella che dovrà scavare la sabbia rossa. Telespazio (Leonardo-Finmeccanica 67%, Thales 33%) è infine responsabile del Mission Control System, usato per monitorare e controllare il TGO. Leonardo contribuisce inoltre alla missione fornendo molte delle tecnologie a bordo di ExoMars: dai sensori di assetto ai generatori fotovoltaici e alle unità per la trasformazione e la distribuzione della potenza elettrica, fino al cuore optronico dello strumento di osservazione Cassis.