Nonostante negli ultimi anni le possibilità di curare l’epilessia con i medicinali siano aumentate, circa il 30% dei pazienti risulta farmaco-resistente: per loro l’unico approccio possibile è quello chirurgico, con la rimozione del ‘focus epilettogeno’, ma si tratta di un intervento effettuabile solo in casi selezionati. Nuovi risultati positivi sono stati ottenuti con un cannabinoide ancora poco conosciuto e studiato, la cannabidivarina. Sono emersi da un caso clinico che riguarda un ragazzo affetto da una forma molto grave di epilessia (encefalopatia epilettica) con decine di crisi epilettiche al giorno. Nessuna terapia farmacologica riusciva a risolvere la condizione, per cui il paziente è stato sottoposto a intervento chirurgico, senza però ottenere beneficio. I genitori del ragazzo decidono, in maniera indipendente, di provare a somministrare cannabis sotto forma di tisana come ultima terapia possibile. Nel giro di 4 giorni la condizione clinica del paziente evidenzia una significativa riduzione delle crisi epilettiche e un miglioramento delle performance cognitive. Presso il Reparto di epilettologia del Policlinico Umberto I di Roma vengono quindi effettuati i test per valutare le concentrazioni ematiche di diversi cannabinoidi, un’accurata valutazione elettroencefalografica e i test cognitivi. “Dall’osservazione clinica – spiega Pierangelo Cifelli, ricercatore Ri.Med che grazie a un accordo con l’Università Sapienza di Roma svolge attualmente la propria ricerca presso il Dipartimento di Fisiologia e farmacologia dell’ateneo romano, dove sono già in cantiere ulteriori progetti – siamo passati alla fase sperimentale, riuscendo a mettere in evidenza un nuovo meccanismo di azione relativo alla cannabidivarina, molecola priva di effetti psicoattivi. I risultati di questo studio aprono interessanti prospettive. E’ importante proseguire le ricerche sui potenziali terapeutici dei fitocannabinoidi, in modo da colmare il gap scientifico degli ultimi 40 anni“. “Intendiamo studiare le interazioni tra farmaci antiepilettici e fitocannabinoidi e il loro possibile utilizzo nelle epilessie infantili fortemente farmaco resistenti – prosegue Cifelli – La ricerca è la base per cercare di elucidare i meccanismi di queste molecole, di guidare lo sviluppo di una terapia completa, basata su più farmaci; dovremo inoltre verificare i risultati su un campione di pazienti significativo: una strada percorribile solo grazie alla collaborazione tra ricerca di base e clinica“. Per questo la Fondazione Ri.Med ha adottato un approccio traslazionale, attraverso un modello gestionale pubblico-privato che supporta il collegamento tra enti di diversa natura, tra Italia ed estero e tra laboratorio e pazienti. Cifelli presenterà in anteprima lo studio in occasione del decimo simposio scientifico annuale della Fondazione Ri.Med, in programma lunedì 17 ottobre a Palermo. (AdnKronos)