“Poco alla volta ci siamo resi conto che saremmo stati presi in pieno dall’uragano, le città sono distrutte ma siamo vivi, stando dietro alla casa siamo riusciti a passare indenni, ma la nostra struttura seppur costruita in modo solido non ha più le coperture. La chiesa è stata devastata, ci siamo salvati restando in casa. Abbiamo bisogno di aiuti dall’esterno del Paese, la popolazione è stata colpita in modo durissimo, è stremata. In termini di devastazione l’uragano è stato più grave del Terremoto del 2010“. Così ai microfoni di Rainews 24 Padre Massimo Miraglio, missionario camilliano del cuneese, che vive a Jeremie, nel sud di Haiti colpita dall’uragano.
“Lo Stato non è preparato a gestire l’emergenza. E’ difficile avere notizia di cosa è successo nell’entroterra, ci sono luoghi isolati e molti abitano nelle montagne. Viene fuori ancora una volta l’impotenza dello stato Haitiano di fronte a questi eventi, La gente comincia ad avere fame, già prima la situazione era grave. La popolazione è stremata“, ha aggiunto. “Gli aiuti si possono fare arrivare via terra. Bisogna fare arrivare beni di primissima necessità, il cibo. Se comincia a piovere aumenta la tragedia, anche al colera siamo impreparati. L’ospedale che già funzionava male è malridotto“, dice.