La Medicina di Laboratorio sta assumendo un’importanza sempre maggiore anche nella pratica clinica: non solo ricerca scientifica e aggiornamento tecnologico, avanzamenti in diagnostica delle malattie più diffuse, ma anche sostenibilità economica di molte delle recenti scelte organizzative. ‘Patologie a larga incidenza come diabete, aterosclerosi e infarto del miocardio, tumori, malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla o la malattia di Alzheimer trarranno benefici dall’evoluzione della medicina di laboratorio – spiega il prof. Marcello Ciaccio, presidente SIBioC – ma il nostro apporto scientifico sta affrontando anche nuove sfide su patologie “emergenti” come le meningoencefaliti o le dipendenze da sostanze”. Il congresso nazionale, dal titolo “La centralità del paziente tra laboratorio e pratica clinica”, è articolato in 26 Sessioni Scientifiche con la presenza di oltre 120 professionisti del Settore di fama nazionale ed internazionale.
Nello scenario della Medicina moderna, risulta evidente come la diagnosi precoce e il più possibile non invasiva rappresenta oggi una sfida di primaria importanza nella gran parte delle patologie a maggiore morbilità e mortalità sempre più diffuse nei paesi occidentali. “Ma il ruolo del Laboratorio Clinico non si limita alla diagnosi, cioè all’identificazione dello stato patologico, ma va ben oltre grazie alla possibilità di monitorare l’avanzamento della malattia e la risposta alla terapia, come accade per i marcatori tumorali – precisa il presidente Marcello Ciaccio – Risulta, quindi, uno strumento imprescindibile in moltissime branche della Medicina. In questo senso, infatti, la Medicina di Laboratorio può essere considerata una disciplina “trasversale”. Ma in quali campi è più importante il ruolo del laboratorio Clinico? Ecco alcuni focus sui principali temi che verranno affrontati al Congresso.
L’Infarto Miocardico Acuto, è oggi la principale cause di morte e, secondo una proiezione basata sui dati contenuti nel report redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, continuerà ad essere letale in quasi ogni regione del mondo nel 2030. Dati di questa entità impongono a livello mondiale uno sforzo notevole per la diagnostica precoce e per la prevenzione. La Medicina di Laboratorio entra in gioco su entrambi i fronti. Nella diagnosi, perché grazie all’impiego della Troponina, una proteina strutturale del cuore rilasciata in circolo in abbondanza dopo un danno al miocardio, è possibile identificare un infarto dopo pochissimo tempo dall’insorgenza dei sintomi. Sono state recentemente introdotte delle tecnologie che consentono dei dosaggi ancora più sensibili, in grado di identificare anche minime concentrazioni della Troponina, garantendo quindi l’identificazione anche di infarti di piccola entità che sfuggivano con i dosaggi tradizionali. Nella prevenzione, perché tramite il dosaggio della colesterolemia consente una valutazione accurata del rischio cardiovascolare.
Anche la Malattia Diabetica deve essere considerata oggi una malattia ad alta incidenza. Sempre secondo una stima dell’OMS, i decessi causati dal diabete aumenteranno del 34% entro il 2030. In questo settore da sempre il Laboratorio Clinico ha avuto un ruolo centrale, basti pensare che, universalmente, la diagnosi di diabete passa necessariamente attraverso il dosaggio della glicemia che, seppur sia un test semplice, rappresenta tutt’ora il cardine della diagnostica di questa malattia rappresentando il migliore indicatore della stato gluco-metabolico del Paziente. Questa diagnostica “di base” è oggi accompagnata da un corollario di test utili in specifici scenari: per esempio gli studi immunologici nel diabete giovanile o, ancora, la tipizzazione HLA che tramite un semplice prelievo di sangue consente di evidenziare una predisposizione genetica alla malattia.
È forse nel settore dell’Oncologia che la ricerca di nuovi test sta producendo i risultati più promettenti. Ancora secondo stime dell’OMS, l’incidenza di alcuni tumori è in netto aumento, come quello alla prostata. Per molto tempo il Laboratorio Clinico ha fornito delle informazioni di interesse limitato nell’identificazione dei tumori: i marcatori tumorali “classici”, infatti, danno scarse o addirittura nulle informazioni sulla presenza o meno del tumore o sulla malattia minima residua. Oggi, sono disponibili dei test molecolari che in alcuni casi come nell’oncoematologia ci danno informazioni molto utili per la diagnosi o/e sulla malattia minima residua, parametro essenziale per comprendere l’evoluzione del tumore, oppure la possibilità di mettere in evidenza nel sangue periferico la presenza di una neoplasia mediante la determinazione del DNA di cellule tumorali (biopsia liquida).