La conquista di Marte, dal sogno degli anni ’80 ai progetti privati di oggi

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Siamo in piena corsa a Marte: dopo la conquista della Luna degli anni ’60 il nuovo sogno dell’esplorazione spaziale e’ il pianeta rosso. E mentre l’Europa si prepara alla fase cruciale della missione ExoMars il prossimo 19 ottobre, con la discesa sulla superficie marziana del rover Schiaparelli, guardano a Marte anche Cina e India, mentre sulla scena si affacciano le aziende private americane, come la Space X di Elon Musk e la Blue Origin di Jeff Bezos. E il presidente Obama oggi annuncia che si sta gia’ lavorando per costruire “nuovi habitat” in previsione di missioni oltre i confini dell’orbita terrestre. La corsa a Marte era cominciata per gli Stati Uniti nel 1989, quando l’allora presidente George Bush, per i 20 anni dallo sbarco sulla Luna annunciava di voler mandare i primi uomini su Marte nel 2011, utilizzando la futura Stazione Spaziale (che allora si chiamava Freedom) come avamposto per il ritorno sulla Luna e la costruzione di una colonia marziana.

In seguito i tagli al bilancio della Nasa da parte del Congresso hanno permesso di portare a termine, in ritardo, solo il progetto della Stazione Spaziale. Tuttavia nel 2004 il presidente Bush tornava alla carica con la sua “Vision”, con il progetto di una nuova nave spaziale capace di riportare l’uomo sulla Luna per costruire li’ una base permanente da utilizzare, a partire dal 2020, come ‘trampolino’ per il viaggio su Marte.

marte futuro terra spazio universo esplorazione acqua scoperta (2)Sei anni piu’ tardi, in uno scenario molto diverso, il presidente Barak Obama annunciava i tagli al programma Constellation, che avrebbe dovuto riportare l’uomo sulla Luna, e di conseguenza il ridimensionamento dello sviluppo della capsula Orion: una decisione fortemente criticata dagli eroi americani dello spazio, fra i quali il primo uomo che ha camminato sulla Luna, Neil Armstrong. Marte, tuttavia, era ancora presente nella politica spaziale degli Usa, con una missione umana prevista fra il 2030 e il 2040.

Un annuncio rinnovato da Obama nel luglio 2011, in occasione dell’ultimo lancio dello shuttle. Contemporaneamente si affacciavano sulla scena spaziale le aziende private che allora cominciavano a firmare contratti con la Nasa. Cominciava una nuova era, annunciata dal lancio del razzo Falcon 9, della Space X di Elon Musk. Lo stesso Musk, nel congresso internazionale di astronautica del settembre scorso ha annunciato il Sistema di Trasporto Interplanetario (Its) per raggiungere Marte con almeno 200 astronauti per viaggio. Le altre aziende in corsa sono Lockheed Martin, Bue Origin, Vulcan Aerospace, Sierra Nevada e la Orbital. Con molte di esse la Nasa ha stretto accordi commerciali e nell’agosto scorso ne ha chiamate a raccolta sei per progettare future colonie spaziali, navette e basi con cui andare alla conquista dello spazio, a partire dalla Luna per poi arrivare su Marte e oltre.

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