Gli esseri umani adorano le canzoni tristi, malinconiche e meste. A dirlo è la scienza che, a seguito di uno specifico studio, spiega le ragioni di questa paradossale preferenza tra le persone, specie nei periodi autunnali. Secondo il fautore della ricerca Tuomas Eerola della Duhram University, pare che sia tutta una questione legata alla capacità empatica individuale.
Lo studio si è basato su numerose interviste e sondaggi che hanno evidenziato come le persone siano più inclini ad ascoltare canzoni tristi in quanto intrise di commozione: una sensazione piacevole seppur racchiusa nello sconforto, poiché liberatoria ed estremamente intensa.
Ai partecipanti è stato infatti chiesto di ascoltare un brano strumentale di Michael Kamen, Discovery of the Camp, e quando è stato chiesto di indicare il loro stato emotivo e fisico durante l’ascolto, la risposta più comune è stata “triste ma piacevole”.
Dallo studio è stato anche evidenziato come queste persone siano molto più empatiche delle altre e riescano ad immedesimarsi nelle situazioni altrui:”La capacità di comprendere le emozioni di altre persone è cruciale per vivere nell’ambiente sociale in cui ci troviamo” spiega il ricercatore inglese. “Esercitare questa libertà ci ripaga fortemente, tanto che ascoltare musica triste può avere lo stesso effetto di dipendenza di una droga”.